Paura e proteste nelle fabbriche. Alla Zucchetti operai fermi fino a martedì, chiedono più sicurezza
Dopo l’ultimo decreto dal Presidente del Consiglio che mantiene attive le attività produttive, anche molti operai novaresi sono preoccupati per l’incolumità loro e quella dei loro familiari, vista la carenza di presidi sanitari. Alla Zucchetti di Gozzano agitazione fino a martedì 17 marzo.
Il novarese, come il resto del Paese, si è svegliato questa mattina con il nuovo decreto del Presidente del Consiglio in vigore, con ulteriori restrizioni a vari settori economici che resteranno in vigore almeno sino al 25 marzo. Chiusi negozi di piccolo dettaglio, bar e ristorazione; al momento restano aperti gli esercizi destinati ai beni di prima necessità e le farmacie. Quello che non si ferma è il sistema produttivo. Il Premier sta cercando di far convivere le esigenze di contenimento del coronavirus, con il motore economico del Paese, rappresentato soprattutto dalla piccola e media industria. Un equilibrio difficile anche nel novarese, dove non tutte le situazioni di lavoro sembrano garantire però, una sicurezza sanitaria sufficiente ad operai e dipendenti.
Al punto 7 del decreto, quello riguardante le a attività produttive e professionali, si raccomanda che:
- Sia attuato il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza;
- Siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva;
- Siano sospese le attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione;
- Assumano protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale;
- Siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme di ammortizzatori sociali; a) per le sole attività produttive si raccomanda altresì che siano limitati al massimo gli spostamenti all’interno dei siti e contingentato l’accesso agli spazi comuni; b)in relazione a quanto disposto nell’ambito dei numeri 7 e 8 si favoriscono, limitatamente alle attività produttive, intese tra organizzazioni datoriali e sindacali.
Se per ciò che concerne gli uffici amministrativi è stato possibile gestire parte del lavoro e quindi del personale impiegatizio tramite telelavoro, diversa è la situazione nei settori produttivi, dove gli operai questa mattina in molti casi, non hanno trovato attivi particolari misure di prevenzione e questo chiaramente, li espone non solo ad un rischio di contagio e quindi di propagazione del virus all’esterno, ma pure ad uno stress psicologico particolare, che in alcune operazioni delicate, potrebbe voler significare anche l’incolumità fisica, o comunque veder pregiudicata la qualità stessa del lavoro eseguito.
Lo scriviamo a seguito di alcune segnalazioni di operai e dipendenti preoccupati dalle condizioni di lavoro alle quali sono sottoposti, che se fino a ieri vedevano una condizione piuttosto comune, da stamattina, dopo le chiusure contenute nell’ultimo decreto, li vedono in prima linea, un po’ come succede per il personale medico e sanitario.
I dipendenti di piccole e medie attività hanno preferito restare anonimi e non citare le loro aziende, perchè potrebbero avere ripercussioni e comunque danneggiare l’immagine dei loro datori di lavoro, con conseguenze che potrebbero anche ripercuotersi sulla loro precaria situazione economica.
Ma in alcune aziende più grandi ciò che sta avvenendo ha fatto più rumore. E’ il caso della Rubinetteria Zucchetti di Gozzano, dove soprattutto nei reparti di Spedizione e Magazzino, una buona parte degli addetti hanno protestato, valutando di non rientrare dopo le 12, per restare a casa almeno fino a martedì 17 e chiedendo all’azienda di provvedere ad acquistare i presidi sanitari necessari (mascherine, guanti, tute, igienizzanti); nonché di riorganizzare gli spazi e le modalità di lavoro, che per intenderci, prevedono postazioni con personale accoppiato, costretto a lavorare a stretto contatto ed a quanto pare l’azienda stessa ha convenuto con la momentanea sospensione. Abbiamo chiesto ai vertici della rubinetteria se e come intendessero assecondare le richieste degli operai, ma non c’erano dirigenti disponibili. Restiamo in attesa di chiarimenti in merito, dei quali vi daremo conto in un apposito approfondimento.Nel frattempo e almeno per qualche giorno, alla Zucchetti la paura del Virus e comunque la propagazione tramite i contatti all’esterno, hanno fermato una parte del personale. Difficile che accada nelle piccole attività, dove la forza contrattuale è certamente minore e dove molti operai rischiano di dover scegliere fra la propria salute ed il posto di lavoro.