La notizia è di quelle che fanno rabbrividire ed arriva con un comunicato della Questura.
Sono stati infatti gli operatori della Polizia Postale di Novara, Biella e Vercelli a segnalare alla Procura della repubblica di Torino un giovane di 28 anni, originario di Pavia, per gravi reati di detenzione di materiale pornografico, pornografia, adescamento e corruzione di minorenni attraverso la rete.
L’hanno individuato presso la stazione ferroviaria di Arona mentre contattava la ragazzina che avrebbe dovuto essere probabilmente la sua “vittima”.
Le indagini avevano preso avvio nel luglio di quest’anno, dalla segnalazione dello strano cambiamento di abitudini e di atteggiamenti da parte di una giovane di 16 anni, che aveva poi raccontato agli agenti di aver conosciuto quest’uomo attraverso i social network e di aver fissato con lui, appunto, un incontro sul Lago Maggiore.
Ma ad attendere l’individuo, nel giorno ed ora stabilita, c’era il personale della polizia Postale.
“Lo so che ho sbagliato, ma non ho fatto niente” ha detto agli uomini in divisa sentendosi scoperto e fermato. Le successive perquisizioni informatiche hanno portato scoprire che il soggetto deteneva altro materiale pedopornografico ed era già in contatto con altre cinque ragazzine minorenni, che erano diventate oggetto delle sue “attenzioni particolari”.
Secondo la Polizia postale l’indagato, grazie alla rete, utilizzava la tecnica del “grooming”, usata dai pedofili per entrare in contatto con le proprie potenziali vittime, compiendo atti che avevano lo scopo di carpire la loro fiducia, nel caso in questione addirittura attraverso più account.
“Appare quindi evidente – fanno notare dalla Questura – che i timori manifestati dai genitori ed esplicitati nel corso degli incontri con il personale della Polizia di Stato erano assolutamente reali e purtroppo non distanti dalle realtà locali, motivo per il quale il consiglio per i familiari rimane quello di cercare di avvicinarsi al mondo virtuale dei propri figli, esercitando il giusto controllo sugli strumenti informatici a loro in utilizzo, per scongiurare analoghi casi”