Due ore per dimostrare le proprie ragioni, tanto è durata l’udienza prevista oggi pomeriggio presso il tribunale federale nazionale di Roma, nella quale il Novara calcio era chiamato a rispondere per una serie di deferimenti riguardanti l’anno 2014.
Alle 14.30 il presidente azzurro Massimo De Salvo, accompagnato dall’avvocato Cesare Di Cintio, sono comparsi davanti al giudice, illustrando una corposa memoria difensiva e ne sono usciti verso le 16.30, senza rilasciare nessuna dichiarazione ufficiale; la sentenza è invece presumibile che sia pronunciata fra lunedì e martedì.
Alla società viene contestata la mancata documentazione sul pagamento di stipendi e ritenute Irpef del maggio e giugno 2014. A quanto pare De Salvo, anche nel contesto della battaglia di riammissione alla serie B, ha deciso di effettuare i versamenti secondo le norme previste per la cadetteria, cioè entro il 16 settembre, mentre la scadenza prevista dalla Lega Pro era il 1° di agosto. Un ulteriore deferimento (mesi di luglio e agosto 2014) è legato ai cosiddetti “incentivi all’esodo” contributi ad ex tesserati che la Covisoc considera invece stipendi e quindi assoggettabili alle regole imposte dalla Lega, questione che si è ripetuta anche per i mancati contributi Irpef di novembre e dicembre, due casi riconosciuti assimilabili e per questo discussi insieme nell’udienza odierna.
Secondo le norme federali il Novara rischia fino a 6 punti, ma il precedente degli “incentivi all’esodo” ha recentemente portato all’assoluzione della Reggina, inizialmente penalizzata di 4 punti, anche se poi il dispositivo della sentenza lascia qualche spazio interpretativo.
Se all’inizio della prossima settimana arriverà una penalizzazione ritenuta troppo pesante, il Novara calcio potrebbe ricorrere presso la corte federale d’appello, con il collegio di garanzia del Coni che arriverebbe a scrivere l’ultima definitiva pagina sulla vicenda, sperando di non inficiare quanto stanno facendo sul campo squadra e allenatore.