Con il dcereto Monti, di fatto si liberalizza completamente un settore, quello del commercio, dove non vige alcun vincolo sotto il profilo di orari e giornate di apertura e chiusura. E quando arrivano occasioni “importanti” e festività particolari torna sempre di “moda” parlare della famosa “battaglia delle commesse”.
Ieri, in Ascom, sono arrivate una serie di segnalazioni principalmente da titolari di negozi del centro di Novara, dopo che si era diffusa la voce di un ipotetico obbligo di chiusura dei negozi il 1° maggio.
“La normativa parla chiaro – spiega Margherita Pilone, Ascom Novara – La liberalizzazione del settore, dopo il decreto Monti, è totale. Spiace per le commesse, ma se il titolare di un negozio decide di tenere aperto il proprio esercizio il 1° maggio lo può fare“.
In realtà, “le commesse che hanno vinto e delle quali si era aggirata la voce nella giornata di ieri, sono quelle del centro commerciale che per la Festa del Lavoro rimarrà chiuso. Gli altri negozi potranno liberamente aprire o chiudere, come in tutte le altre domeniche o festività dell’anno. Giusta o sbagliata, per ora la normativa è questa“.
Attraverso una capillare e lunga procedura condotta con i sindacati, la battaglia del 1° maggio, quest’anno, se l’aggiudica la categoria delle numerose ragazze (ma anche ragazzi) che lavorano ore e ore all’interno dei negozi della galleria.
Una liberalizzazione che naturalmente potrebbe anche non prevedere alcuno stop da parte dei negozianti, piccoli o grandi che essi siano, con conseguenze gravose, a livello di ritmi di lavoro, per le commesse.
“Ecco perchè Confcommercio con il nostro pieno sostegno – prosegue Margherita Pilone – ha formalmente avanzato richiesta di fissare almeno alcune chiusure obbligatorie, per dare un po’ più di respiro alle commesse e ai piccoli commercianti“.