Piemonte fanalino di coda nella digitalizzazione. L’Uncem spinge per 5G e banda ultralarga
Il Piano banda ultralarga in Piemonte ha un ritardo lavori di almeno due anni. Per il Presidente dell’Uncem Davide Bussone: “Banda ultralarga e 5G, sono indispensabili per vincere il digital divide”.
Infratel e Open Fiber, aziende operanti al piano infrastrutturale per la banda larga, hanno comunicato a Regione Piemonte, Anci ed Uncem, che i lavori di posa della rete nei 1.100 comuni del Piemonte, non termineranno prima del 2023. Almeno due anni di ritardo rispetto alla tabella di marcia annunciata nel 2017. Un quadro che preoccupa fortemente Associazioni ed Enti locali, tra le prime a credere nel Piano ma anche le prime a denunciare errori, tempi troppo lunghi, complicazioni, eccessivi ritardi e mancanza di efficacia nel raggiungere i territori periferici.
Per ogni Comune sono previsti due progetti e due cantieri, uno per la fibra e un secondo per l’FWA, i sistemi wireless. E mentre operatori privati come Tim ed Eolo stanno intervenendo autonomamente, con loro risorse, al di fuori del Piano nazionale BUL, Anci e Uncem non accettano, con tutti i Sindaci, di rimanere con il cerino in mano.
Una situazione che se possibile si acuisce per i molti comuni montani della regione, dove è ancora più complicato posare le infrastrutture e dove l’interesse dei privati ad investire è palesemente antieconomico, per l’enorme differenza fra costi e ricavi, vista anche la bassa domanda. Per questo il Presidente Uncem (Unione dei Comuni Comunità ed Enti montani) chiede un intervento diretto del pubblico che “investa risorse per portare infrastrutture nelle zone alpine e appenniniche, dove oggi la debolezza vera di questi territori è data dalla mancanza di adeguate reti, proprio come le erano strade ed energia elettrica nel dopoguerra”. Secondo Uncem dunque, la risposta può arrivare dall’investimento sulle nuove frontiere della comunicazione: “5G e banda ultralarga, sono due fronti indispensabili e paralleli per vincere il digital divide sui territori – spiega il Presidente Bussone – abbiamo chiesto a TIM di collaborare, per fare un lavoro che veda nella rete unica la soluzione. Il rischio di avere una rete in fibra ma non una buona capacità di trasmissione per la telefonia mobile, è il rischio al quale andiamo incontro. Anche avessimo già ovunque la rete FTTH, con la fibra a casa di Open Fiber, non avremmo il 5G. E continueremo ad avere 1200 Comuni in Italia senza adeguati impianti per la telefonia mobile, come abbiamo dimostrato con il censimento Uncem. Vogliamo invece vincere il digital divide su tutti i fronti, fisso, mobile e tv. Sfide che vanno vinte grazie a una rete capillare e decisiva, a prova di futura. Unica. Con un forte operatore di rete che guidi il processo. BUL e 5G viaggiano insieme”.
Dall’Uncem si alza forte la rabbia dei Sindaci, per i ritardi del Piano BUL e nella recente Cabina di Regia di luglio, la Regione Piemonte ha chiesto chiarimenti e tempi certi.
“Il lavoro che stiamo facendo per costruire con i Comuni soluzioni per ridurre il digital divide, è complesso ma necessario – evidenzia il Vicepresidente Anci con delega all’innovazione, Michele Pianetta – Occorre agire sulle competenze, e lo stiamo facendo con Anfov, Asstel, le associazioni delle imprese, le Telco stesse. Dobbiamo intervenire per ridurre il digital divide e sbloccare con urgenza il Piano BUL. Poi vogliamo premiare i Comuni, le Unioni, tutti gli Enti che stanno facendo di più e meglio sul fronte dei servizi. E per questo, il Premio Piemonte Innovazione è strumento di crescita e di condivisione. Permette anche emulazione oltre a una conoscenza di quanto sta avvenendo nella nostra regione. Non certo poco, ma grazie alla spinta di Sindaci, dirigenti, Amministratori illuminati. Che sosteniamo con tutte le nostre forze”.
“Rispetto alle infrastrutture digitali, occorre unire il Piano BUL con quello che stanno facendo le Telco. Penso all’importante lavoro di Eolo, BBBell ovvero al Piano di TIM per cablare tutta l’Italia. Un lavoro importantissimo quello di TIM. È urgente un percorso più virtuoso rispetto al passato. Cambiamo rotta. Andiamo verso una rete unica. Che integri Piano BUL e 5G. I ritardi sono gravissimi – sottolinea Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – e come abbiamo detto con il Ministro Pisano due settimane fa, la Montagna in rete deve essere tale grazie a un lavoro congiunto di imprese e soggetti pubblici. Su questo stiamo lavorando intensamente”.
Il recente blocco dovuto all’emergenza Covid-19, ha accelerato spesso forzatamente, l’introduzione dello smart working non sono nella pubblica amministrazione, ma certamente nel settore terziario privato come pure in molta parte della gestione dei sistemi produttivi. Questo ha acuito ulteriormente con esisti anche preoccupanti, il digital divide fra zone diversamente servite da infrastrutture telematiche. Fra le regioni del nord produttivo del Paese, il gap del Piemonte, e non solo per la propria vocazione montana; diventa dunque un’ulteriore barriera nella sfida della competitività rispetto ad un futuro sempre più globalizzato.