I Caravaggeschi sbarcano a Novara e per questo ho pensato di proporvi questa carrellata di “pillole Caravaggesche” che spero siano utili alla comprensione di questo artista invero molto complesso.
Iniziamo così il percorso con un giovane Caravaggio che tra il 1595 ed il 1596 realizza il Riposo durante la fuga in Egitto, oggi conservato nella Galleria Doria Pamphilj di Roma.
Sullo sfondo a destra compare un meraviglioso brano paesaggistico, un ricordo della pittura veneta, che per alcuni studiosi è la miglior prova di un viaggio di Caravaggio a Venezia. Proprio questo paesaggio è una rarità nella produzione dell’artista; solo nel Sacrificio di Isacco, realizzato nel 1598, troviamo un simile frammento di verità. Nel Riposo durante la fuga in Egitto il paesaggio si fa portatore del valore simbolico della rappresentazione: solo dove stanno la Vergine con Gesù addormentati si vede una natura rigogliosa, altrove domina una landa desolata a voler significare che solo dove c’è Dio c’è ricchezza.
I protagonisti sono la Vergine con il Bambino, un angelo musicante e San Giuseppe. Ma quante stranezze… innanzitutto una Vergine dai capelli rossi! Tradizionalmente è la Maddalena ad essere raffigurata con capelli color vermiglio. L’angelo addirittura è di spalle, intento a suonare una partitura che San Giuseppe regge in mano. E proprio da questo spartito dobbiamo partire per svelare l’arcano significato del Riposo. Nel 1983 alcuni studiosi hanno identificato la partitura dipinta da Caravaggio: si tratta di un mottetto del compositore fiammingo Noel Bauldewijn (1480-1529), basato sul Cantico dei Cantici e intitolato Quam pulchra es, composto e pubblicato nel 1519 e stampato a Roma solo nel 1526. Al lettore più curioso va l’invito a leggere il Cantico dei cantici, uno dei testi più lirici e inusuali delle Sacre scritture che racconta in versi l’amore tra due innamorati, con tenerezza ma anche con un ardire di toni ricco di sfumature sensuali e immagini erotiche.
Riporto qui di seguito solo alcuni brevissimi passi:
QUARTO POEMA
La sposa
[2]Io dormo, ma il mio cuore veglia.
Un rumore! E’ il mio diletto che bussa:
«Aprimi, sorella mia,
mia amica, mia colomba, perfetta mia;
perché il mio capo è bagnato di rugiada,
i miei riccioli di gocce notturne».
QUINTO POEMA
Lo sposo
[4]Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
non destate, non scuotete dal sonno l’amata,
finché non lo voglia.
Questi passi spiegano il sonno profondo della Vergine, che si vede chiaramente nel dipinto, che, come identificazione della Chiesa, accudisce anche nel sopore il suo sposo Cristo.
A questo punto comprendiamo perché sia proprio San Giuseppe, un uomo, a reggere lo spartito sacro e a godere dell’esecuzione dell’angelo: il messaggio dell’amore quale strumento divino è rivolto all’umanità imperfetta.
Che meraviglia Caravaggio! Quanti messaggi, letture, interpretazioni si celano dentro ogni suo dipinto!!! Certo la mostra novarese sarà un’esperienza straordinaria! Che servirà anche per comprendere se Caravaggio sia stato davvero un artista maledetto o forse un mito raffigurato ad uso e consumo della storiografia. Lo scopriremo insieme…
A presto… con altre “pillole”…