Lui, poliziotto, chiede di poter utilizzare un’arma a scopo difensivo anche fuori servizio. Dalla Prefettura e dal Governo arriva il “no” motivato dal fatto che “le direttive ministeriali già prevedono che le forze dell’ordine possano utilizzare l’arma di ordinanza anche al di fuori dell’orario di lavoro”. Michele Frisia, segretario provinciale del Sindacato autonomo di Polizia, lo scorso 25 luglio, aveva chiesto al Prefetto “il rilascio di un porto d’armi per difesa personale, proprio allo scopo di “difendere personalmente” la cittadinanza in caso di necessità, anche fuori servizio”, ma utilizzando un’arma meno ingombrante e meno visibile di quella di ordinanza.
“Questo – spiega Frisia – a seguito dell’appello dello scorso 18 luglio da parte del ministro Alfano (allora Ministro dell’Interno) che aveva rassicurato la cittadinanza riguardo all’emergenza del nuovo terrorismo internazionale, che colpisce senza preavviso nei luoghi affollati, sostenendo di aver sensibilizzato poliziotti e carabinieri a portare anche fuori servizio l’arma d’ordinanza. Ben pochi, finito il servizio, continuano a portare la pistola d’ordinanza. Uno dei motivi fondamentali di tale scelta, nella Polizia di Stato, è che l’arma d’ordinanza è ingombrante, pesante e difficile da occultare. Infatti è stata scelta per il personale che lavora in divisa ed è facile che si noti, sotto agli abiti indossati nella vita quotidiana, con tutte le pericolose conseguenze del caso”.
Da lì, la richiesta di poter portare un’arma più maneggevole: “Raggelante la risposta giunta poche settimane fa – aggiunge Frisia – ‘non se ne ravvede la necessità'”. E’ quanto previsto dalla legge italiana e dal Ministero dell’Interno, le cui direttive vengono applicate su tutto il territorio nazionale.
“Siamo persone addestrate e preparate ad affrontare emergenze. Non cambia nulla tra un’arma e un’altra. chiedevo solo di poterne utilizzare una meno ingombrante. Pare proprio che la sicurezza in questa nazione sia fatta solo di parole”.
“Pochi giorni fa, a meno di 50 chilometri da Novara, è stato neutralizzato un brutale terrorista e assassino. La risposta del Governo qual è stata? Diffondere i nomi completi degli eroici agenti intervenuti! Quando tutti sanno che l’identità di chi è coinvolto in indagini sul terrorismo dev’essere tutelata, come dimostrano i passamontagna indossati dai nostri NOCS. E se quel terrorista il cui volto era stato mostrato a tutto il mondo fosse stato notato da un poliziotto libero dal servizio? Cosa sarebbe successo?”.
Il Sap considera la risposta “l’ennesimo esempio dell’attenzione riservata alla sicurezza e ai poliziotti da parte di chi ci governa. Ora che il terrorismo internazionale sembra vicino all’Italia come non mai (fortunatamente senza il coinvolgimento civili), speriamo davvero con tutto il cuore di non dover dire, di nuovo: ve l’avevamo detto”.