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Presentato il ricorso, 113 anni di Novara calcio a rischio. Esegesi di un disastro quasi annunciato

Presentato il ricorso, 113 anni di Novara calcio a rischio. Esegesi di un disastro quasi annunciato

L’Avvvocato Di Cintio, accompagnato dal Presidente Pavanati, hanno presentato ricorso per l’iscrizione respinta. Cosa sta succedendo e da dove partono i gravi problemi che stanno mettendo a rischio la gloriosa società?

Rullo, Pavanati,Nespoli e Civitarese. Foto emplematica dell’ultimo passaggio societario

I successi hanno tanti padri, le sconfitte o peggio i disastri, restano spesso orfani. Il nostro è il Paese delle stragi impunite, spesso per mano dello stesso Stato, attribuire dunque responsabilità precise a cosa sta accadendo al Novara calcio, è operazione certamente complessa. E’ comunque necessario provare a ricostruire i fatti, quanto meno per capire come il destino in caduta della gloriosa società, sia potuto arrivare fino all’ultimo passo prima del precipizio, questo senza volersi sostituire al giudizio sulle persone, che resta una valutazione lasciata alla coscienza soggettiva di chi legge.

Esegesi di un disastro annunciato

Dopo quasi 113 anni di campionati professionistici ininterrotti, il Novara calcio, ancora con l’originale numero di matricola intonso, al momento è fuori dal campionato di serie C e rischia seriamente di scomparire.

Di chi è la responsabilità gravissima di questo disastro?

Dando per buone le attenuanti e la supposta buona fede dei nuovi proprietari, certamente hanno le loro colpe Pavanati & Co, quanto meno per non aver saputo guardare bene le carte ed aver avuto un’ingiustificata leggerezza nei passi utili alla gestione dell’iscrizione. Come è noto, la legge non ammette ignoranza ed essersi presentati alla piazza come gruppo dal peso specifico e professionale di livello, non concede alibi di sorta. Ma fatta la tara rispetto alle imperdonabili ultime leggerezze, si può davvero accusare Leonardo Pavanati di essere rimasto col cerino in mano?

Il suo pezzo di responsabilità se lo deve prendere certamente anche Maurizio Rullo, non tanto e non solo per una gestione farsesca e dilettantesca, ma per aver smantellato gli ultimi pezzi di professionalità, eredità di quella società costruita negli anni migliori della gestione De Salvo, capace di creare un brand ancora spendibile lontano da Novara.

Oltre ad aver ridotto ai minimi termini la credibilità di un settore giovanile ai tempi aureo, Rullo ha commesso il gravissimo errore di perdere dirigenti come Emanuela Lubian e Annalisa Pisani, professioniste la cui comprovata esperienza non avrebbe mai consentito di commettere quegli errori marchiani che oggi, complicando l’iscrizione al campionato, rischiano di compromettere l’annunciata progettualità dello stesso Pavanati e l’esistenza stessa del club.

Novarello è nata su iniziativa di Michelangelo e Massimo De Salvo

Questo però è solo il racconto degli ultimi due anni, certamente complicati e difficili, ma figli di un certo portato che arriva da lontano.

Se esiste infatti una bella faccia della lunga gestione targata De Salvo, ci sono pure una serie di nodi che alla fine stanno arrivando al pettine. Un debito definito “monster” da Rullo innanzitutto, che quando la maggioranza delle azioni è passata di mano, prima a Rullo e poi a Pavanati, potrebbe sicuramente aver condizionato e condizionare, anche il più nobile dei propositi.

Senza contare che, proprio ben sapendo quale fosse la situazione reale, prima di cedere ad un nuovo proprietario, la famiglia De Salvo avrebbe dovuto assicurarsi in quali mani finisse il club, dando per altro corso ad un proclama enunciato pubblicamente da MDS: “Cederemo il Novara calcio solo a chi saprà fare meglio di noi”.

La mancata iscrizione è dunque solo l’ultimo atto, e spiace vedere come il pacchetto di minoranza, rappresentato dal dott.Roberto Nespoli ed i nuovi, nell’interesse di entrambi, non siano riusciti ancora a perfezionare una reale collaborazione. Altrimenti non spiegano gli errori sull’iscrizione, che paradossalmente, assomigliano in qualche modo, ad alcune esperienze negative già vissute nel recente passato durante la presidenza di Massimo De Salvo. Nel luglio del 2015 infatti, il Novara calcio venne punito con 2 punti di penalizzazione, proprio per aver fatto valere crediti IRPEF attraverso la formula della compensazione. Corsi e ricorsi che non fanno che acuire l’amarezza, per una fine praticamente quasi annunciata.

Mancata Iscrizione

Veniamo ai nostri giorni. Come è tristemente noto, la Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche) ha respinto l’iscrizione del Novara calcio al prossimo campionato di serie C. Quali sono le eccezioni sollevate?

Non avendo il testo scritto dall’organo della FIGC, ci rifacciamo a quanto trapelato e dichiarato dai dirigenti azzurri. Con una premessa doveros;, non avendo elementi ufficiali sui quali ragionare, e per ragioni di opportunità legati alla segretezza della memoria difensiva; alcune ricostruzioni potrebbero risultare intuitive e parziali. Abbiamo cercato di rimettere insieme un puzzle a cui mancano diverse tessere. Ecco le probabili obiezioni sollevate:

  1. La “Compensazione per surrogazione” di una parte degli arretrati dovuti all’erario, che la Covisoc non considera praticabile per sanare le pendenze fiscali.
  2. Il tardato pagamento di almeno tre posizioni (probabilmente F24) che l’Agenzia delle Entrate ha certificato oltre i termini stabiliti.

La ricostruzione di Pavanati

Il Presidente del Novara calcio, ha incontrato la stampa sabato 10 luglio a Novarello, per spiegare quanto sta accadendo. E’ ovviamente il punto di vista della società e come tale va valutato.

Per quanto afferisce la prima contestazione, Leonardo Pavanati racconta di aver praticato l’istituto della “Compensazione per surrogazione” su consiglio dei suoi consulenti fiscali, che operano nelle sue diverse aziende, utilizzando dei crediti vantati da tali società, per compensare parte dei debiti, che il Novara calcio doveva saldare al fisco. Parliamo di una cifra intorno agli 800 mila euro, che sarebbe valsa ad ottenere regolare quietanza dall‘Agenzia delle Entrate. Dunque per il fisco italiano, secondo Pavanati, la posizione debitoria del Novara calcio sarebbe chiusa. Da tutto ciò si dedurrebbe che per gli ispettori Covisoc, il problema sia più che altro procedurale.

Sul ritardo di quietanza per i tre F24 oltre i termini stabiliti, Pavanati è stato decisamente un po’ più ermetico, ma almeno su questo aspetto la difesa si dice tranquilla di poter dimostrare che il pagamento è avvenuto in tempo utile. In effetti anche i siti specializzati che avevano dato ampia eco al respingimento delle iscrizioni, di questo specifico punto nemmeno ne parlano. Certo è che sui pagamenti fuori termine, la Federazione da qualche anno ha mostrato una certa intransigenza.

Cesare Di Cintio torna ad assistere il Novara calcio

Ricorso e ricorsi

Il Novara calcio ha depositato il ricorso proprio in queste ore. Ad accompagnare Leonardo Pavanati in Federazione a Roma, l’avvocato Cesare Di Cintio che ha istruito la pratica. Il termine scadeva oggi martedì 13 luglio, poi giovedì 15 il Consiglio Federale darà il proprio parere.

Il nome dell’Avvocato bergamasco, non è certo nuovo alla causa azzurra, era stato anche nel cda della società, ma dopo aver seguito le principali battaglie portate avanti dall’allora presidente Massimo De Salvo, c’era stata una brusca interruzione dei rapporti. Con l’avvento di Pavanati, si riallaccia il filo azzurro fra Di Cintio ed il Novara calcio, per i cui colori, il legale non ha mai nascosto la vicinanza, divenendo nel frattempo, fra i principali esperti del settore e consulente della Federazione stessa, oltre che amico personale del Presidente Gabriele Gravina.

Se giovedì il Consiglio Federale darà parere favorevole, il Novara calcio risulterà regolarmente iscritto e tutto questo si tradurrà in una decina di giorni persi ed un po’ di spavento. In caso contrario, è molto probabile che Pavanati tenti di ricorrere al Consiglio di Garanzia del Coni, che con buona probabilità si riunirà entro il 27 luglio, cioè prima che vengano stilati gironi e calendari. Questo vuol dire che almeno teoricamente, la possibilità di rientrare dalla finestra, ci sarebbe ancora.

Le tesi difensive

Nelle evidenti differenze di tono, fra la lettera con la quale Pavanati attaccava Federazione e Covisoc (datata venerdì 9), ed i toni della conferenza stampa di sabato 10 a Novarello, c’è la chiara espressione di quale sarà la filosofia delle tesi difensive portate avanti dal Novara calcio in questi giorni cruciali.

Cesare Di Cintio eviterà lo scontro e punterà su dialogo e collaborazione. Il tentativo sarà quello di dimostrare la più totale buona fede e la piena volontà di collaborare, eventualmente aggiustando il tiro, laddove vi fosse la possibilità di farlo.

Su queste basi, è molto improbabile quindi che la questione di risolva positivamente già giovedì, quando conteranno soprattutto i rilievi tecnico-giuridici in ambito di fiscalità. Da quanto abbiamo capito, il primo ricorso proverà a gettare le basi per ciò che poi dovranno valutare al Coni, quando la questione si potrebbe spostare, anche su di un piano più politico, e se il Novara calcio riuscirà a palesare la propria volontà propositiva, dimostrando buona fede; e saprà portare all’attenzione del Collegio di Garanzia, attenuanti e sproporzione fra eventuali errori ed il danno provocato dall’esclusione, forse qualche piccola speranza ci sarà ancora.

Ma di questo si tratta, sperare nella “clemenza” della corte, in relazione anche ad un discorso più generale che riguarda altre importanti società coinvolte (Chievo e Carpi su tutte), visto pure il momento particolare del calcio italiano, con la serie C indubbiamente provata dalle chiusure causate dalla pandemia.

Si tratta di capire se eventualmente si potrà trovare una soluzione che non contraddica totalmente il regolamento e crei dunque indesiderati precedenti, con la volontà di non penalizzare troppo storiche società, in un momento generale così difficile.

La sensazione è che il Novara ha certamente commesso degli errori e proverà a dimostrare la propria buona fede, basterà? Anche si superasse in qualche modo questo momento, visto il monte debitorio a la complicata ricostruzione dell’architettura societaria, resta il rischio che per quanto determinato sia, l’attuale gruppo dirigente, possa incorrere in un doloroso accanimento terapeutico.