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Novara

Processo “Eternit”: non ci sono colpevoli? In Piemonte 230 casi di mesotelioma all’anno

Bisogna starco con la gente di Casale Monferrato, bisogna parlarci, bisogna ascoltarla per capire quale sia lo stato d’animo di chi, da anni, vive con una spada di Damocle in testa. La sentenza espressa ieri dalla Cassazione sul processo eternit lascia davvero meravigliati. E soprattutto delusi: l’hanno definita “un’ingiustizia fatta in punta di diritto”. Ma quale diritto… Si chiedono i residenti di Casale, per rimanere al territorio piemontese. Un’ingiustizia e basta. Lo dice anche l’assessore regionale al Lavoro Gianna Pentenero: “Come fa ad essere prescritto un reato che continua a produrre vittime e che continuerà a farlo in misura ancora maggiore nei prossimi anni?”. Annullata la sentenza di appello avanzata dal procuratore generale della Cassazione nella seduta del processo Eternit: questo succede. Significa che non ci sono colpevoli, o meglio, che non si sa contro chi puntare il dito.

“Quel che è stato chiesto – continua Pentenero – calpesta i morti, i loro familiari, le comunità coinvolte che vivono nella paura della malattia e tutti coloro che da decenni si battono per l’affermazione del diritto alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Ritengo che la politica non debba intervenire nel merito delle questioni giudiziarie, ma di fronte ad una tragedia come quella dell’amianto non ci si può non chiedere quali siano i presupposti che hanno portato ad una svolta del genere”.

1800 morti in questi anni, 230 nuovi casi di mesotelioma pleurico all’anno in Piemonte, 5 milioni di metri quadri di eternit ancora da smaltire sul territorio regionale. E l’apice massimo di morti dovute all’eternit, nella zona di Casale, si avrà nel 2020: non è finita la lotta contro questo “tumore”, a Casale, dove i cittadini, dove i lavoratori stanno aspettando, con il terrore di chi, ogni giorno, guarda in faccia alla morte. Si convive con l’incubo di potersi ammalare, ormai da anni, da sempre. E questa sentenza non rende onore a chi a testa bassa ha iniziato questa battaglia, fatta di manifestazioni di piazza, di aule di tribunale, di grida e di racconti disperati. Oggi, più disperati che mai…