Province al collasso e per domani, venerdì 6 ottobre, è previsto lo sciopero per denunciare “le profonde difficoltà finanziarie in cui versano Province e Città metropolitane”, mettendo a rischio i servizi offerti dagli enti stessi. A questo, “si aggiungono le condizioni di notevole precarietà, che sta vivendo il personale impiegato in tali servizi – dichiarano i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil – penalizzato pesantemente, anche da un punto di vista salariale, dalla scure di tagli succedutisi negli ultimi anni. Tanti sono gli enti che non riescono più a garantire la manutenzione ordinaria di strade e scuole e tanti sono gli enti in ritardo con il pagamento degli stipendi”.
E la situazione non riguarda soltanto le piccole realtà istituzionali: “Enti e grandi Città metropolitane non sono in grado di chiudere i bilanci, avviandosi verso le procedure di dissesto. Il legislatore non ha utilizzato l’occasione offerta dagli ultimi decreti per tentare di ridurre il fabbisogno necessario a Province e città Metropolitane per svolgere la loro missione istituzionale. L’ammontare complessivo di risorse necessarie, stimato complessivamente in poco meno di 800 milioni, è stato solo parzialmente ridotto”.
Motivi per cui arriva lo sciopero per la giornata di domani: “Riteniamo indispensabile: recuperare con la prossima Legge di bilancio tutte le risorse necessarie per garantire a questi Enti la sostenibilità economica; sbloccare il turn over e stabilizzare i lavoratori precari; dare finalmente certezza al sistema delle politiche attive del lavoro attraverso il definitivo trasferimento di competenze dei Centri per l’impiego ed il relativo finanziamento; dare agli Enti la possibilità di poter realizzare una programmazione pluriennale degli interventi; individuare delle soluzioni specifiche per far uscire dalla crisi strutturale finanziaria gli Enti con maggiori difficoltà”.