Provincia, telecamere in asili e strutture ed è scontro con la minoranza. Passa a Palazzo Natta la mozione (emendata) di FdI ma il Pd attacca: “Vogliono militarizzare le scuole”
Telecamere negli asili e negli istituti per anziani e disabili: la proposta, sulla scorta di numerosi casi verificatisi non solo a livello nazionale ma anche, in tempi recenti anche nella vicina provincia di Vercelli, è arrivata sui banchi di Palazzo Natta con una mozione a firma di Ivan De Grandis (FdI). Ma subito dai banchi dell’opposizione è divampata la polemica. “Fondamentale – ha detto il consigliere di FdI dopo aver illustrato la mozione (con la quale si chiedeva di impegnare il presidente Binatti a farsi portavoce delle istanze presso il governo regionale affinché il presidente della Regione Piemonte e la Giunta regionale si attivino per favorire, anche attraverso l’erogazione di contributi, l‘installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso nei nidi, nelle scuole d’infanzia pubbliche e paritarie, e negli istituti per anziani e disabili operanti sul territorio regionale, con lo scopo di migliorare i livelli di sicurezza e qualità nell’erogazione dei servizi offerti e di prevenire abusi e maltrattamenti”) – poter monitorare le condizioni affinché chi commette violenza debba essere punito. Non è la panacea di tutti i mali ma al momento è quel che si può fare”. “Senza dimenticare i tanti operatori che lavorano bene – ha aggiunto Luca Piantanida (Lega) – i fatti balzati alla ribalta delle cronache nazionali sono intollerabili”. Di diverso avviso i consiglieri di minoranza. Ed è scoppiata la polemica proseguita, a suon di comunicati, anche nei giorni successivi. Premesso che “bisogna tutelare il lavoro, onesto di migliaia di maestre, maestri, educatori, infermieri e operatori sociosanitari (a margine, la mozione è poi stata emendata proprio in questo senso dalla stessa maggioranza, ndr) per il Pd in consiglio provinciale – tuona Piantanida – i fondi che si dovrebbero destinare alle telecamere dovrebbero essere impiegati per la formazione degli insegnanti che compiono violenze sui bambini, gli anziani e le persone diversamente abili perché sono “stressati”. “Per il gruppo di Fratelli d’Italia – commenta De Grandis – la stragrande maggioranza degli operatori fa sicuramente bene il proprio lavoro, ma chi sbaglia, soprattutto nei confronti di soggetti deboli e indifesi, deve pagarne le conseguenze e le telecamere servono proprio per tutelare sia i bambini, gli anziani e i disabili, sia anche lo stesso personale che svolge con serietà e correttezza le proprie mansioni”. A stretto giro la risposta dei consiglieri de La Provincia in Comune e della segreteria provinciale del Pd: “Vogliono “militarizzare” le scuole, e come di consueto fanno circolare strumentalizzazioni e fake news per distogliere l’attenzione dal problema reale, ovvero quello di creare un ambiente sereno per bambini e insegnanti, basato sulla fiducia delle famiglie nei confronti della scuola. Noi non vogliamo una scuola militare, dove un “grande fratello” vigila su bambini e maestre, con buona pace della privacy e delle norme che regolano il lavoro che vietano, salvo specifiche condizioni, il morboso utilizzo di telecamere di controllo. Il nostro spirito è quello di tutelare i lavoratori e i soggetti più deboli, senza dover ricorrere a strumentazioni che hanno il solo scopo di diffondere il clima della paura e del sospetto. La videosorveglianza toglie a priori la fiducia alle migliaia di lavoratrici e lavoratori che si dedicano tutti i giorni con passione e dedizione al lavoro di cura dei nostri bambini ed anziani”.