Ha assunto i contorni della farsa la saga pre elettorale per le prossime elezioni provinciali.
In apparenza era tutto semplice: elezioni di secondo livello (dunque votano solo amministratori e consiglieri comunali eletti), un solo candidato presidente (Matteo Besozzi, segretario provinciale Pd e Sindaco di Castelletto Ticino), due liste a supporto: una di centrosinistra (La provincia in Comune) una di centrodestra (“Autonomia e libertà”). Accordi di qua e accordi di là… Insomma, come cantava Riccardo Cocciante “Era già tutto previsto!”.
E invece no, perché alle volte anche il diavolo ci mette lo zampino e vai di pentole senza coperchi.
Insomma la lista “Autonomia e libertà” viene passato al vaglio della Commissione di Garanzia che rileva vizi di forma. Le firme raccolte a sostegno ci sono (anche se 16 sono state ricusate) ma non sono state allegate correttamente al simbolo della lista. Non solo: due candidature non sono state ammesse, anche qui pare per un vizio procedurale. Una clamorosa è quella del trecatese Federico Binatti, coordinatore provinciale di Ncd e l’altra è quella di Maria Rosa Bonaiti in quota Lega.
E pensare che i partiti promotori della lista, Forza Italia, Lega Nord e Ncd, sono proprio quelli dell’amministrazione uscente (l’attuale commissario è Luca Bona, segretario provinciale del Carroccio) e che in materia hanno promosso nei mesi scorsi convegni ed iniziative per informare circa questa innovativa modalità di voto, introdotta con la riforma degli enti locali.
Morale della favola: per ben tre giorni gli uffici provinciali e la prefettura sono letteralmente impazziti alla ricerca di una soluzione al pasticcio ed alla fine una formula è anche stata trovata: “ammissione con riserva”.
Insomma il presentatore della lista sotto osservazione, l’ex assessore Anna Maria Mellone di Forza Italia, dovrà entro domani presentare una propria dichiarazione che certifichi che le firme raccolte sono autentiche e finalizzate proprio al sostegno del simbolo in questione. Certo, una bella assunzione di responsabilità che comunque andrà ancora una volta verificata dalla commissione di Garanzia.
Una materia delicatissima, sebbene si tratti appunto di elezioni di secondo livello, che tocca molti nervi scoperti soprattutto nel Piemonte che ha vissuto in diretta l’esperienza della giunta Cota, azzoppata da ricorsi e contro ricorsi.
Ed infatti anche qui l’eventualità di un ricorso non è affatto esclusa: ci starebbe pensando il centrosinistra che a questo punto ha il problema di garantire al proprio presidente un percorso amministrativo il più possibile privo di ostacoli.
Scarica qui il verbale della Commissione