Finisce sorprendentemente 7-5 l’elezione dei consiglieri provinciali a Novara. Sette alla lista di centrosinistra “La provincia in comune” (le previsioni della vigilia dicevano 9) e 5 alla lista di centrodestra “Autonomia e Libertà” (che in origine ne prevedeva al massimo 3).
I dati non sono ancora ufficiali e lo saranno solo nelle prossime ore. Ma l’andamento del voto è chiarissimo ed appunto ricco di spunti di riflessione.
Fatta salva la conferma del presidente eletto (unico candidato) Matteo Besozzi, è evidente che questo risultato non era nelle previsioni, a partire dai dati sull’astensionismo: su 1000 amministratori solo il 64 per cento di loro ha risposto all’appello e si è presentato ieri ai seggi. Il che la dice lunga sul tasso di interesse di questa competizione: non è evidentemente bastata la consapevolezza di rappresentare i propri concittadini per fasce numeriche di popolazione a convincere i più riottosi a presentarsi alle urne …
Ora resterà da capire chi saranno i consiglieri eletti, anche perché qui i dati sono davvero da prendere con le pinze, sino all’ufficialità. In ordine sparso dovrebbero aver raggiunto il risultato Enrico Ruggerone, Emanuela Allegra, Massimo Bosio, Giuseppe Cremona, Biagio Diana, Annunziatino Zampogna e Laura Noro. Mentre nel centrodestra gli eletti dovrebbero essere Federico Binatti, Gianluca Godio, Rosa Maria Monfrinoli, Marzia Vicenzi e Elisa Zanetta.
Insomma un risultato che andrà analizzato in controluce e che a questo punto appare utile anche per verificare gli equilibri interni dei partiti novaresi. Quel che sembra emergere da una prima analisi è che nel Pd tiri comunque una brutta aria perché sembra che una sua componente importante, ovvero i renziani che a Novara fanno capo al Sindaco Ballarè, abbia vissuto questo passaggio piuttosto tiepidamente, da qui il magro bottino di consiglieri, accompagnato dal sospetto – confermato a microfoni spenti da più di un esponente di peso del partito – che vi sia stato qualche “franco tiratore” di troppo.
Mentre sull’altro fronte a cantar vittoria è soprattutto l’ala ex aennina, che piazza ben tre esponenti di spicco quali Vicenzi, Binatti e Godio ed una nutrita pattuglia femminile che fa salire a cinque su 12 il numero delle donne presenti in consiglio.
Resta un dubbio: chissà come sarebbe finita con due candidati alla presidenza, impegnati in una competizione “vera”?