Come tutti gli anni, la scuola sta per iniziare e come tutti gli anni…mancano i docenti. La tanto declamata Buona Scuola, inneggiata dal premier Renzi, perde sempre di più i pezzi. Ovviamente stiamo parlando di scuola pubblica! Immissioni in ruolo, addio al precariato, addio alle supplenze, tutto, secondo le indicazioni del Governo, doveva funzionare a meraviglia già dallo scorso anno scolastico. Invece, alle soglie dell’apertura del nuovo anno, il tormentone è sempre lo stesso: mancano gli insegnanti, le classi prime di ogni ordine e grado non si possono fare finché non è certo l’organico di fatto. Questo dalle Alpi alle Piramidi, nessuna regione italiana si salva dalla catastrofe naturale che si chiama scuola pubblica, o meglio, gestione della stessa da parte di chi governa.
Basti pensare che al Piemonte mancano 553 insegnanti, affinché si possa pensare all’avvio dell’anno scolastico 2016/2017.
Il Miur (Ministero della Pubblica Istruzione) calcola il fabbisogno di docenti su una popolazione scolastica stimata intorno a 539.502 alunni. In realtà ad essi vanno aggiunti ulteriori 1.571 alunni non conteggiati da Roma ( forse troppo sommersa dai rifiuti). Questo, nei conteggi della serva, significa che se non verrà incrementato l’organico, il Piemonte si troverà con una sofferenza di più di 500 docenti.
La Regione ha così scritto alla ministra Giannini affinché si trovi una soluzione per una “situazione assolutamente ingestibile e di difficile comprensione per i genitori e l’opinione pubblica”.
Classi pollaio, con oltre trenta alunni nella scuola secondaria di primo e secondo grado, difficoltà di garantire l’offerta della scuola pubblica tra infanzia e primaria, immissioni in ruolo su cattedre ma non su altre e fenomeno del precariato che continua a non cessare. Supplenti che non vengono nominati, anno scolastico che inizierà come sempre in maniera tragicomica. Salti mortali dei docenti in servizio, sballottamento di alunni da una classe all’altra, totale disinformazione alle famiglie e conseguenti disagi e malumori per tutti.
Meno male che il Ministero nella circolare per “ l’adeguamento degli organici dell’autonomia del personale docente alle situazioni di fatto” auspica “una programmazione dell’offerta formativa il più possibile condivisa e rispondente alle effettive esigenze della scuola, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi scolastici e realizzare un più idoneo e proficuo utilizzo delle risorse”.
Questa, per qualcuno, è la Buona Scuola.
Manuela Peroni Assandri