Quattrocento messaggi in un’ora all’amico: a processo per stalking. Donna si era invaghita di un conoscente e, respinta, aveva iniziato a perseguitarlo al telefono e con appostamenti sotto casa
Quattrocento messaggi sul cellulare in un’ora. E poi appostamenti sotto casa, nei luoghi che lui frequentava, campanello suonato in piena notte. A un certo punto l’uomo non ce l’ha più fatta e ha denunciato l’amica che si era invaghita di lui. La denuncia di un cinquantenne novarese ha portato ora sul banco degli imputati in tribunale una donna di 53 anni, processata per stalking. I due si erano conosciuti due anni fa in ambiente sanitario, dopo che l’uomo era stato ricoverato per un incidente. Era nata un’amicizia che forse lei aveva frainteso, dal momento che voleva qualcosa di più. Quando il cinquantenne le ha fatto capire che non era sua intenzione iniziare una relazione, era iniziata la persecuzione. Centinaia i messaggi, in qualche giornata anche 400 in un’ora. Spesso c’erano insulti, altre volte anche frasi senza senso. Si torna in aula a giugno per ascoltare il figlio della vittima: se n’era andato a vivere da solo perché non sopportava più le incursioni dell’amica del padre.