Buongiorno
Novara

“Quelli dell’Alcarotti” ovvero il tifo positivo che si nutre di paniscia, un bicchiere di vino “buono” ed entusiamo

Felice Evacuo e Domenico “Tano” Bruzzese

Chi non ha mai avuto a che fare con una tifoseria calcistica (inclusa quella novarese), ha probabilmente in testa un’idea pre confezionata. E’ probabile che confonda tutto ispirandosi all’archetipo dell’ultras descritto dai giornali, o dalla filmografia di genere. Da “The Firm” del 1988, con il racconto della guerra dichiarata ai gruppi organizzati dalla signora Thatcher, fino alla produzione italiana firmata Tognazzi dall’eloquente titolo “Ultrà” del 1991; dove con sfumature diverse, il tifoso è descritto come un irascibile ubriacone a caccia di guai, che trasforma i propri colori sociali, in un vessillo di guerra da sventolare sotto il naso ai nemici storici, o meglio, negli eterni scontri con la polizia.

La tifoseria di cui parliamo invece, pur avendo scelto di tifare in Curva Nord, ai boccali di birra preferisce del succo d’uva delle colline novaresi, non pratica i classici pub frequentati dagli Hooligans, ma ai raduni pre raid, sceglie le cene al circolo o in trattoria, dove il vino si accompagna a qualche piatto di buona paniscia. Un po’ come se la classica signora impellicciata, rinunciasse al balconcino affacciato sul palco del Coccia, per l’ultima fila in piccionaia, senza nessun rimborso. Molti azzurri l’anno scorso lo hanno fatto, scambiando alla pari i loro abbonamenti in rettilineo o distinti, per andare a cantare in Curva Nord.

Agostino Garofalo e Nicolò Bianchi

Fra questi generosi appassionati, ci sono “Quelli dell’Alcarotti” (è il nome scelto dai tifosi del Novara calcio, che si richiamano ai fasti del vecchio stadio), e come da tre anni a questa parte, si sono ritrovati martedì scorso a Lumellogno, presso l’osteria “I gatt da Mlogn”, per parlare non solo del loro amore in comune (la maglia azzurra), e assaporare i gustosi piatti tipici (paniscia, stufato d’asino e brasato con polenta) ma anche per tracciare un bilancio delle attività trascorse e dei progetti futuri. Non sono racconti di violenza o guerriglia, ma in un clima che non esageriamo a definire di fratellanza, si aggiorna la contabilità della solidarietà, che ha visto i tifosi azzurri in prima linea raccogliere fondi per i progetti più disparati. Dal sostegno alle costose cure del piccolo Edo (reso infermo dopo una caduta in piscina a Caltignaga), alla quota parte versata per gli alluvionati in Sardegna o a Genova, il gruppo di tifosi azzurri guidati dal Presidente Domenico (Tano) Bruzzese è diventata una vera e propria grande famiglia, che raccoglie adesioni dai componenti di tutti i Novara club, grazie al fondamentale ruolo del Coordinamento “Cuore Azzurro”, guidato dalla coppia di Claudio (Barbaini e Vannucci) anche loro straordinariamente attivi ed appassionati.

Una famiglia vera e propria, che martedì sera ha accolto entusiasticamente Agostino Garofalo, Nicolò Bianchi e Felice Evacuo (venuto appositamente solo per salutare) tre calciatori della attuale rosa accompagnati dall’ex bomber Max Palombo. Come una vera e propria famiglia “Quelli dell’Alcarotti”, tre anni fa hanno adottato un bimbo keniano. “Si chiama Kennedy Rama – ci ha spiegato Tano Bruzzese – adesso ha 10 anni, ci ha colpito perchè si chiama come il viale dello stadio nuovo, e lo stiamo seguendo nei suoi studi e nella sua crescita, grazie all’Associazione UTANGE, che segue i bambini direttamente sul posto”. E’ lo stesso Bruzzese, e non solo perchè presidente del gruppo, che puntualmente aggiorna gli “alcarottiani” sui progressi del ragazzino, con cui c’è sempre un continuo scambio epistolare e non solo: “Chiaramente abbiamo spedito a Kennedy completo e divisa del Novara, perchè cresca con i colori azzurri nel cuore”. Il prossimo 3 dicembre, i cuori azzurri si ritroveranno al ristorante “Al Mille” di Prato Sesia, dove grazie all’iniziativa di Luca Perino e Donato Zanolo, si rianima l’attività del Novara Club Valsesia, in piena “striscia di Gaza” come i due organizzatori hanno scherzosamente definito il territorio oltre il Sesia di influenza vercellese. Perchè di eccezionale c’è anche questo, tre anni fa, in piena sbornia da serie A, alle cene c’erano una sessantina di persone; nella tragica stagione scorsa il gruppo è salito a 70; martedì sera la sala non è bastata, e Domenico Bruzzese ha dovuto persino dire qualche no. Insomma mentre la squadra faceva come i gamberi e scivolava in Lega Pro, la famiglia azzurra cresceva, mantenendo vivo quell’entusiasmo, che oggi può davvero alimentare nuove speranze: “Dopo avervi incontrato, vorrei subito scendere in campo – ha detto Agostino Garofalo ringraziando gli alcarottiani – così da restituire subito quello che voi ci avete trasmesso”.

Marco Foti