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Novara

Rapporto annuale “Ecosistema Urbano”. Novara perde posizioni

La fotografia annuale sulle performance ambientali dei centri urbani di Legambiente, Novara passa dal 67° al 73° posto in classifica. In Piemonte soltanto Verbania e Biella nella top 25.

L’annuale rapporto “Ecosistema Urbano” tracciato da Legambiente, sulle performance ambientali delle città italiane, giunto alla sua venticinquesima edizione, realizzato con il contributo scientifico di Ambiente Italia, la collaborazione editoriale de Il Sole 24 ore e con un contributo di Ispra sui corpi idrici. Scatta la fotografia dello stato di salubrità dei centri urbani, e nella classifica generale Novara passa dal 67° posto nel 2017 al 73° nel 2018.

In Piemonte, l’unico capoluogo che migliora la propria posizione è Torino (da 81ª a 78ª) mentre tutti gli altri centri peggiorano: Verbania esce dalla top ten e si piazza 11esima (era 8° nel 2017), Biella 15esima, Vercelli 37esima (era 27° nel 2017), Cuneo 43esima (era 33° nel 2017), Asti 53esima (era 50° nel 2017) e Alessandria addirittura 94esima (era al 84° nel 2017).

Gli indicatori di Ecosistema Urbano sono 17 e derivano tutti da dati originali raccolti da Legambiente eccezion fatta per capacità di depurazione (ISTAT), tasso di motorizzazione e incidenti stradali (ACI e ACI-ISTAT), uso efficiente del suolo (elaborato da Legam­biente su dati ISPRA). L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria copre sei principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, rifiuti, mo­bilità, ambiente urbano, energia. Vengono così valutati tanto i fat­tori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale. Il sistema di valutazione di Ecosistema Urbano prevede l’assegnazione di un punteggio massimo teorico di 100. Non un obiettivo da libro dei sogni, ma un voto che si può conquistare rispettando da una parte i vincoli di legge (per aria, acqua, depurazione, rifiuti…) e dall’altra con valori in linea con le esigenze dei cittadini e di una migliore qualità della vita (come nel caso del trasporto pubblico o delle isole pedonali). Ebbene quota 100 non è raggiunta da nessuna città e anche la prima si ferma poco oltre 78/100 principalmente per la scarsa qualità dell’aria.

La sfida per migliorare lo stato di salute delle città italiane “procede troppo a rilento e per di più è ancora affidata alla lungimiranza e alla buona volontà del sindaco di turno – scrive Legambiente Piemonte Valle d’Aosta nel diffondere i risultati – Più in generale di fronte alle difficili sfide della lotta ai cambiamenti climatici, della riduzione di tutti gli impatti ambientali, della tutela della salute e della maggiore vivibilità delle città italiane, ancora non ci siamo”.

Dando uno sguardo storico alle performance delle grandi città, nella prima edizione del report, nel ’94 Milano occupava la penultima posizione, peggio faceva solo Napoli, all’ultimo posto. Lo scorso anno Milano era 31esima, oggi è 23esima. Napoli è rimasta negli anni stabilmente nella parte bassa della graduatoria, Roma è ripiombata in basso a partire dal 2010 dopo un’ascesa che l’aveva portata nel gruppo delle prime trenta, Torino addirittura quarta nel ‘98 e nona l’anno successivo e poi, da oltre dieci anni, sempre abbondantemente sotto la sufficienza.