Sotto il porticato di Palazzo Orelli, in pieno centro cittadino e, purtroppo, nel lato più buio del medesimo, è incastonata la lapide che ricorda Giuseppe Ravizza.
Nato a Novara nel 1811 e deceduto a Livorno nel 1885, il Ravizza fu avvocato e inventore. Aveva infatti inventato quel Clavicembalo Scrivano, cioè quella che poi venne denominata macchina da scrivere, e l’aveva esposta con scarissimo successo alla Esposizione Industriale di Novara nel 1856. Ogni dettaglio era perfettamente corrispondente alle attuali macchine e ben pochi sono stati gli ammodernamenti portati in seguito. All’Esposizione di Torino del 1858, venne insignito di una miope medaglia d’argento, ma incuriosì non poco il Re Vittorio Emanuele II che si destreggiò nel tentativo di utilizzarla per scrivere qualche parola ed il proprio nome. Ma a questo punto si inserisce nella vicenda un altro personaggio.
Mr. Cristoforo Sholes era giornalista e fu presente alla sopracittata esposizione. Dopo qualche tempo Mr. Sholes presentò all’armatore americano Remington lo stesso identico progetto. Le macchine da scrivere vennero da allora prodotte in serie, e il Clavicembalo Scrivano conobbe la sua meritata fama e diffusione.
E il Sholes e Remington conobbero, invece, la loro fortuna.
Paolo Nissotti