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Novara

Re Biscottino: la lunga tradizione novarese che continua e… che piace

E’ dal 1872 che esistono prove certe della presenza in Novara di “Re Biscottino”, il monarca del nostro Carnevale.
Una tradizione che ha registrato notevoli difficoltà fino agli anni Cinquanta, quando finalmente la passione per le festività “grasse” ha trovato organizzatori generosi e interpreti capaci.
Nel passato, a fine Ottocento e per buona parte del Novecento, si sono registrate sfilate di carri costruiti “alla buona” da volonterosi artigiani; oppure acquistati da carnevali di altre città.
Mentre gli interpreti sono stati via via personaggi di un certo spicco della “novaresità”, come Arturo Merati, uno dei padri del “Corriere di Novara” e di molte altre iniziative cittadine, come il Velo Club Velocipedistico. Questo Merati si distinse
in città perchè fu anche uno dei primi pionieri sia della bicicletta che dell’automobile. Un vero precursore, un uomo “moderno” che aveva compreso l’importanza del progresso in tutti i settori della comunità, a partire da un periodico come “Il Corriere di Novara”.
Dopo Merati, nominato “Re Biscottino I”, abbiamo avuto, dopo la Grande Guerra, personaggi di gran spicco come il marchese Giulio Tornielli, appartenente alla storica famiglia novarese; il pittore Rinaldo Lampugnani e suo figlio Achille, notissimo medico e chirurgo di fama nazionale.
Il Carnevale novarese si è ripreso nel secondo dopoguerra, malgrado un lungo periodo di crisi, con tre personaggi molto noti in città come il giornalista Cesare Tamagni (anche attore e affabulatore), il funzionario di Prefettura Eugenio Pistone più famoso come cronometrista e organizzatore sportivo, l’avvocato Giulio Genocchio, poeta dialettale di livello super, autore di una poesia in vernacolo che è diventata un classico “‘Na tragedia al Cocia”.
La concorrenza di altri spettacoli, e soprattutto della devastante televisione (ricordiamo le annate d’oro di “Lascia e raddoppia” e le prime partite di calcio trasmesse in diretta), hanno relegato in un angolo il Carnevale novarese che si è limitato a qualche ballo dedicato ai bambini, in genere svoltosi prima al teatro Coccia e poi alla sala Borsa.
Poi, finalmente, la rinascita con l’avvento di un personaggio veramente straordinario per la città, quello di Enrico Tacchini, attore dialettale di talento, uomo ben inserito nel tessuto novarese e conosciutissimo anche per i suoi trascorsi sportivi.
“Ricu” Tacchini ha rilevato nel 1981 la corona di “Re Biscottino”, diventando l’undicesima persona a vestire i panni del provvisorio monarca cittadino. E, attorniato dalle diverse protagoniste di “Regina Cuneta” (una su tutte, Rossana Carretto, oggi affermata attrice), “Re Biscottino XI” ha riportato in auge le glorie del Carnevale novarese riscattando tempi piuttosto bui e scuotendo la tradizionale indifferenza dei novaresi.
Enrico Tacchini è rimasto titolare della “corona” per ben vent’anni.
Prima della sua morte, già ammalato, ha ceduto lo scettro al più giovane, classe 1938, Sandrino Berutti, altro personaggio di spicco del panorama cittadino, molto impegnato in trasmissioni radiofoniche e televisive, anche conosciuto negli ambienti sportivi e in genere nella più spiccata “novaresità”. E’ cittadino novarese da sempre e abita nel quartiere di Porta Mortara.
Berutti è “Re Biscottino XII” in piena carica dal 2002 e ha sempre svolto il suo compito con decoro e costante impegno, partecipando anche a Carnevali di altre città (specie a Venezia e in Piemonte) e impiegando il suo tempo carnevalesco soprattutto nella visita alle case di riposo per anziani della città e della provincia, agli ospedali e nelle scuole. E’ affiancato da una simpatica e dinamica regina, Giusi Sardo.
Hnno portato un sorriso ed un momento di gioia in quei luoghi dove il dolore e la tristezza sono di casa, svolgendo un ruolo di grande rilievo sociale.
Negli ultimi anni il Comitato organizzatore del Carnevale assegna riconoscimenti a cittadini novaresi, il cosiddetto “premio alla novaresità”.