Il referendum che potrebbe portare al passaggio del VCO in Lombardia, ha ovviamente aperto un dibattito tra le forze politiche, nel quale si inserisce a pieno titolo, l’ordine del giorno presentato in Consiglio Regionale dal novarese Luca Bona, che punta ad una maggiore autonomia del Piemonte.
Referendum Exit VCO: da problema ad opportunità per il Piemonte?
Non poteva che essere così: il referendum che probabilmente si terrà in autunno nel Verbano Cusio Ossola, che potrebbe portare al clamoroso passaggio in Lombardia, ha aperto un vivace ed aperto dibattito non solo nel VCO, improvvisamente per non dire tardivamente, si scoprono parte in causa i vertici della Regione Piemonte, così come i territori confinanti, primo dei quali il novarese.
La risposta a caldo del presidente Sergio Chiamparino, che con un comunicato stampa enunciava, più che rivendicava, la vicinanza dell’ente al Verbano Cusio Ossola, esemplificata nell’impegno di spesa per il nuovo ospedale, è parsa oggettivamente non sufficiente a raffreddare l’eventuale voglia di cambiamento, ma da qui ad ottobre/novembre, quando probabilmente si terrà il referendum, la Regione Piemonte, avrà modo dimostrarsi più convincente, passando dalle parole ai fatti rispetto ad alcuni temi che nel VCO potrebbero decisamente scaldare i cuori. Pensiamo ad esempio alla questione canoni idrici, molto cara al territorio dell’alto Piemonte. La Provincia del VCO ha addirittura intrapreso vie legali per vedersi riconosciuti i canoni. Nel maggio scorso, alla richiesta di tenere per se gli introiti derivanti dai canoni idrici, la Giunta regionale aveva portando la somma ritornata al Vco, da uno a tre milione di euro. Se dunque il tema è ridiscutere di quattrini e maggiore autonomia gestionale del territorio, la partita è politicamente aperta e da qui al prossimo autunno, una qualche trattativa in tal senso si aprirà certamente.
Ma se il tema “centrale” diventasse davvero l’autonomia e non solo e soltanto quella del Vco ma dell’intero Piemonte? La domanda l’ha messa per iscritto e trasformata in ordine del giorno Luca Bona, chiedendo esplicitamente alla Giunta Chiamparino di prendere iniziative in tal senso, sulla scorta di quanto fatto dall’Emilia Romagna ai sensi dell’Art.116 della Costituzione. “Votando l’odg di cui sono primo firmatario – ha detto Bona – il Piemonte può dare una risposta concreta al Verbano Cusio Ossola, per esempio inserendo nella trattativa per l’autonomia l’istituzione della ZES (Zona Economica Speciale) per l’area dei laghi e delle valli Ossolane” nelle convinzioni del consigliere di Forza Italia, c’è la convinzione che “questa potrebbe essere l’ultima occasione per non ridimensionare politicamente ed economicamente il Piemonte, rendendolo completamente subalterno al resto della macro area padano alpina”.
Come dargli torto? Più che il mercanteggio sul valore dei canoni idrici, il Piemonte potrebbe cogliere l’occasione per ripensare interamente il proprio ruolo e le proprie funzioni, rilanciando una posizione maggiormente centrale nella cosiddetta “macro regione alpina”.
Non si può certo accusare Bona di arrivare sul tema “quasi” fuori tempo massimo, il consigliere regionale novarese infatti, ha sempre fatto dell’autonomia un suo cavallo di battaglia, per altro da vice presidente della Provincia di Novara, fu proprio lui a rilanciare il tema del Referendum, attraverso la collaborazione con il collega del VCO Preioni, ma nel novarese l’argomento non prese piede, anche perchè avrebbe richiesto il doppio delle firme rispetto al Verbano Cusio Ossola.
Nel contesto di una auspicabile autonomia, lo scenario ideale ipotizzato è quello di un ripensamento dei confini in una logica meno geo-politica e più identitaria. Non dimentichiamo che Luca Bona è tra i fondatori di ALPI (Associazione Pro comunità dell’Insubria) che ha tra i propri principali obiettivi, la riunificazione dell’area insubre. “Ho avuto modo di parlare con cittadini e amministratori e nell’area dei laghi il tema è di assoluto interesse trasversale – precisa Bona – anche la provincia del VCO avrebbe tutto l’interesse ad ingrandire i confini e il proprio peso economico con almeno 50000 abitanti in più, e visto che se il VCO è una piccola provincia del Piemonte, in Lombardia (che ha ben più del doppio degli abitanti del Piemonte) rischierebbe di avere ancora meno peso politico, mentre unificare l’area dei laghi avrebbe una forte prospettiva di sviluppo anche in un possibile scenario futuro di macro regione Padano Alpina, con la conseguente organizzazione amministrativa di area vasta fatta da province più grandi ed omogenee”.
E Novara? “la sua conurbazione merita un discorso a parte – conclude il consigliere regionale di Forza Italia – potrebbe avere un forte interesse ad essere inserita nello sviluppo infrastrutturale dei grandi corridoi europei e di Malpensa entrando direttamente da protagonista a fare parte del progetto di sviluppo logistico di una delle regioni più economicamente avanzate in Europa”. Ma intanto c’è da superare la possibile “exit” del Vco, con l’odg per l’autonomia del Piemonte che si discuterà martedì 17 luglio in Consiglio Regionale, che sembra fatto apposta per mettere sul tavolo tutte le questioni. Le premesse per un estate di approfondimento e dibattito diffuso, ci sono tutte, anche perchè l’ordine del giorno presentato da Luca Bona, ha già incassato preventivamente un consenso trasversale tra le forze politiche, ottenendo l’approvazione anche dallo stesso presidente Chiamparino.