Ad oggi l’unico candidato eletto con tutti i crismi dell’ufficialità nella circoscrizione di Novara è Augusto Ferrari, che proprio ieri ha assunto il ruolo di assessore Regionale nella giunta Chiamparino.
Per gli altri due, ovvero Diego Sozzani per Forza Italia e Giampaolo Andrissi del Movimento 5 Stelle, il via libera del Tribunale di Novara su input della Corte d’Appello di Torino non è ancora arrivato.
Nulla che vedere con diatribe locali o dispute sul conteggio dei voti, tema sul quale ad oggi, almeno nel novarese, non sono note vicende paragonabili a quelle del passato (finite poi a colpi di carte bollate come quelle che hanno visto capitolare la giunta Cota o, per rimanere ai fatti di casa nostra, come non ricordare il contenzioso fra Mimmo La Rocca e Roberto Boniperti?). Il problema qui infatti non è solo novarese, ma investe, secondo indiscrezioni, anche i candidati anche nelle liste di Cuneo e Vercelli.
In particolare a sollevare dubbi di interpretazione è il decreto firmato da Cota, datato 12 marzo 2014, con il quale si determinano i seggi del consiglio e le assegnazioni alle rispettive circoscrizioni. Nel decreto, il numero 20, si assegnano i seggi in merito alla popolazione residente che è alla base del calcolo di un determinato quoziente, dal che si evince ad esempio che a Novara, i seggi attribuiti e dunque i consiglieri eletti, sono tre (così come lo era il numero massimo dei candidati per ogni lista).
Ma la popolazione residente è un conto, i voti sono altra cosa. Da qui i dubbi interpretativi delle ultime ore che rendono comprensibile la cautela da parte dei Tribunali di riferimento e di conseguenza delle Prefetture, che sono in attesa del responso (Novara in particolare deve poi fare i conti con la questione della permanenza del presidente della Provincia Sozzani nel ruolo, come riferiamo in altri articoli).
Il rischio grosso, insomma, per la circoscrizione di Novara è di vedersi sottrarre sotto il naso un eletto, in favore probabilmente di Torino. Se per Augusto Ferrari i dubbi non sussistono in quanto la sua elezione è avvenuta, a “punteggio pieno”, per gli altri due, che hanno potuto godere della ripartizione dei resti, la partita non può dirsi ancora definitivamente chiusa, anche se un pronunciamento ufficiale in tal senso è atteso ad ore (doveva esserci già oggi, ma la giornata si è chiusa con un nulla di fatto).
Si tratterebbe certamente di un notevole smacco per il territorio novarese e per le altre province interessate. Infatti che la legge elettorale regionale fosse tutta di fatto “sbilanciata” verso Torino era un perplessità già sollevata a suo tempo, ma purtroppo non presa in grande considerazione.
Così come a lasciare perplessi era la sussistenza del “listino” collegato al presidente, dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale sul Porcellum.
Mentre altre Regioni sono corse in tutta fretta ai ripari, approvando leggi elettorali nuove-nuove, nel Piemonte troppo occupato da corsi e ricorsi (nei tribunali) ci si è limitati a ridurre il numero dei consiglieri, con un taglio di forbice e via, mantenendo invariata una legge già nata in epoca di proporzionale e poi corretta successivamente da dosi di maggioritario… Insomma più che una legge un pasticcio, che lascia aperta la porta a tanti, toppi dubbi. Come quelli di queste ore… Appunto.