Residence hard, don Zeno si asterrà dagli incarichi diocesani. Il sacerdote è indagato nell’inchiesta con cui i carabinieri hanno sgominato un giro di prostituzione e immigrazione clandestina in via Ravenna a Novara
La Diocesi di Novara, appresa la notizia apparsa sugli organi di stampa locali secondo cui don Zeno Prevosti sarebbe coinvolto nell’indagine che ha portato alla chiusura per prostituzione del Residence Emanuela di via Ravenna, comunica che il sacerdote, in accordo con il vescovo, si asterrà dall’esercizio pubblico del ministero sacerdotale.
Don Prevosti, inoltre, ha rimesso nelle mani dell’Ordinario l’incarico di amministratore parrocchiale della parrocchia di Nibbia, per una più serena e ampia collaborazione con le Forze dell’Ordine e con la Magistratura.
Il vescovo Franco Giulio Brambilla, con il Consiglio Episcopale novarese riunitosi ieri, mercoledì 16 ottobre, mentre si augura che possa essere provata l’estraneità del sacerdote, innocente fino alla eventuale dimostrazione di colpevolezza, circa i gravi fatti di cui si sta occupando la magistratura, ribadisce la richiesta già fatta a don Zeno di recedere da ogni attività imprenditoriale, secondo quanto previsto dal Codice di diritto canonico.
Nell’inchiesta dei carabinieri sono indagate complessivamente nove persone fra cui gestori, custodi e collaboratori del residence che ospitava anche clandestini.