“Ballaré dichiari chiusa la pratica aree industriali di Agognate”: è la richiesta di Alberto Pacelli, coordinatore di ReteTerra, l’associazione che ha raccolto 5000 firme contro il progetto di trasformazione di 600 mila metri quadrati di terreno agricolo ad Agognate in terreno a destinazione industriale.
“Ci sono tre motivi per cui quel progetto va archiviato – spiega Pacelli – Innanzitutto per ragioni giuridico amministrative ambientali, visto che sulla proposta aveva espresso parere negativo anche la Regione, condividendo le nostre osservazioni al primo progetto da un milione di metri quadrati, palesemente in contrasto con le normative regionali. Il secondo motivo è di ordine tecnico: l’assessore Bozzola ci disse che i passaggi istituzionali avrebbero richiesto 12 mesi di tempo. Ballaré non ha un anno davanti a sé per portare a tremine tale pratica. In ultimo, le ragioni sono anche di ordine politico: questo progetto sarebbe una peste bubbonica per Ballaré. E’ evidente che non solo l’attuale sindaco tiene molto ad essere ricandidato, ma anche a vincere le prossime elezioni amministrative. Tra queste 5000 firme, ci sono moltissime persone che hanno votato Ballaré e che mai si aspetterebbero venisse portato a termine tale iter dalla sua amministrazione”.
Secondo ReteTerra, la questione “aree industriali” è “andata avanti fin troppo. “Diciassette mesi fa, il sindaco ci disse che avrebbe applicato la variante a 600 mila metri quadrati, anzichè il milione iniziale. Da lì, abbiamo assistito esclusivamente all’inattività, al silenzio e ad una mancanza totale di trasparenza sul caso. Ultima in ordine di tempo la cessione del 90% di Vailog a Segro che il sindaco ha definito un affare tra privati. Siamo certi che senza il nostro intervento e le 5000 firme raccolte, quelle aree sarebbero già state realizzate”.
Anche sulle aree industriali, come su diverse altre questioni amministrative e politiche, il primo cittadino di Novara ha infatti scelto la strategia del silenzio, non solo nei confronti della città, ma anche del consiglio comunale. Un silenzio che sa molto di mancanza di trasparenza (come altre se ne sono viste, purtroppo, in questi anni di amministrazione Ballarè), cosa che ha costretto il privato ad uscire dal “suo” di silenzio, peraltro legittimo e richiesto in vicende di questo genere. Più volte, l’ex ad di Vailog, Bertola, ha manifestato progetto, obiettivi e risultati, specie occupazionali, a sostegno della propria proposta, facendo emergere ulteriormente le difficoltà del primo cittadino a gestire la situazione. Non solo dinanzi alla città, ma addirittura nella sua maggioranza, dove Ballaré, è cosa risaputa, non riuscirebbe a far digerire le aree industriali a diversi componenti della coalizione che lo sostiene. Ecco perchè, mesi fa, aveva chiesto qualche tempo per “sistemare” la compagine e procedere, poi, all’approvazione della variante.
Ora la richiesta di ReteTerra che stavolta pretende una risposta da parte del primo cittadino di Novara.