Buongiorno
Novara

Il ricordo commosso di Novara per l’ultimo saluto a Nerviani

“In questi giorni abbiamo potuto ripercorrere in modo inusuale la vita di papà. Grazie a tutte le persone che con lettere, telefonate, messaggi e anche attraverso i social ci hanno inondato di un affetto inimmaginabile”. Così Stefano Nerviani ha iniziato l’ultimo saluto a suo padre Enrico, celebre politico novarese, insegnante e alpino, scomparso venerdì scorso all’età di 83 anni. La cerimonia si è tenuta in una Basilica di San Gaudenzio gremita: “Abbiamo scelto questo luogo, perché rappresenta la sintesi perfetta fra fede religiosa e valori civici, che hanno caratterizzato anche la vita di mio padre – ha spiegato – Per lui è stato un luogo simbolo: ha contribuito, insieme a Riviera e a Leonardi al restauro della statua e qui abbiamo incontrato don Aldo, che per lui è stato un vero amico e per me una guida”.

Un legame sottolineato anche da don Natale Allegra, che ha concelebrato la funzione con altri 5 sacerdoti: “Il prossimo 22 gennaio ricorreranno i 600 anni della morte di San Gaudenzio, da questa circostanza vorremmo partire a raccogliere le offerte per ripristinare l’urna, depredata anni fa”, ha annunciato, dopo aver ricordato il Nerviani impegnato nella scuola, così come in politica e nel mondo della cultura, “che ha significato solo se promuove la dignità umana”.

Tanti i ricordi che hanno suggellato la cerimonia funebre. Come quello più intimo del nipote Andrea Ballarè: “Ciao zio Enrico, non dimenticherò mai la tua casa piena di libri e i Natali passati a correre su e giù per la scale con la Fanfara dei bersaglieri in sottofondo. Sei stato importante per me e per la mia famiglia e fondamentale nel mio impegno politico. Mi hai insegnato che la politica è servizio, mettersi a disposizione degli altri, come oggi è sempre più difficile fare”. L’ex senatore Ezio Leonardi ha ricordato, con commozione, i loro “40 anni di collaborazione. Un uomo di intelligenza non comune, con il quale abbiamo amministrato la città fra il ’73 e il ’78. Negli anni ci siamo trovati su posizioni diverse, ma non c’è mai stata dissonanza fra noi, ci ha sempre legato un’amicizia ferrea. L’amicizia se è genuina è una ricchezza e ora ci sentiamo tutti un po’ più soli”. Il suo fedele collaboratore Aristide Prudenza ha lanciato un appello: “Chiedo a chi può, che questo nobile maestro, che ha tanto amato la sua città, sia ricordato con una piazza, una strada o un luogo della cultura. Perché l’insegnamento che ci ha lasciato possa rimanere, anche per chi verrà dopo di noi che l’abbiamo conosciuto”.