La novarese Patrizia Bianchin, Vice Presidente dei Vegani Italiani firma un durissimo comunicato contro la caccia chiedendo sostegno e mobilitazione per l’abolizione: “Non è uno sport è un assassinio”.
La stagione venatoria è cominciata e purtroppo la cronaca ha subito registrato incidenti e vittime. Dopo il ferimento di un bimbo avvenuto alcuni giorni fa a Cesena, vi è stato il primo morto. Nathan Labolani è spirato a seguito delle gravissime ferite riportate a seguito degli spari ad opera di un cacciatore, che lo avrebbe scambiato per una prede, mentre il 19enne passeggiava con il proprio cane.
Nel novarese è ancora vivo il ricordo di Gian Carlo Baragioli, che giusto una anno fa è stato colpito mentre cercava funghi a Ghemme, davanti agli occhi della moglie. Fatto di cronaca che non è certo sfuggito ad una novarese come Patrizia Bianchin, che da Vice Presidente dell’Associazione Vegani Italiani componente del Gruppo Animalisti Coordinamento Italia, rilancia con forza la battaglia dell’abolizione della caccia. “E’ assurdo, tremendo, crudele, folle – scrive Bianchin a nome dell’AVI – siamo nel 2018 ed a causa delle tasse che questi individui pagano allo Stato, il governo non si è ancora degnato di fare leggi a tutela dei cittadini, non più liberi di andare in giro per boschi e campi perchè vi sono dei potenziali assassini che premono il grilletto al minimo movimento ed oltre al sangue innocente degli animali, cospargono il terreno di quello altrettanto innocente di vittime umane”.
Parole durissime che non lasciano spazio ad interpretazione e che portano l’AVI alla sostanza dello scontro politico: “Ci chiediamo cosa stia aspettando il governo ad indire un referendum o meglio ancora, ad abolire direttamente la caccia” scrive la novarese Patrizia Bianchin, assecondando quello che a suo dire è un sentimento condiviso dalla maggioranza dei cittadini: “parlando con la gente ci rendiamo sempre più conto di quanto sia stufa dello strapotere, dell’arroganza e della boria dei cacciatori che non si fanno problemi di recinzioni, distanze e cartelli, sparano spesso dove non è consentito, senza ritegno alcuno, mettendo in pericolo la vita di ignare persone, sparano persino fin dentro casa” ricordando il fatto accaduto a Martellago (VE) dove i proiettili per puro caso non hanno raggiunto i bimbi che giocavano in stanza, mentre due anni fa una bimba ha rischiato di essere colpita a Vicenza, mentre giocava in giardino ed altri fatti simili accaduti negli anni scorsi.
L’AVI chiede sostegno e mobilitazione “Come associazione che difende i diritti degli animali e di tutti gli esseri viventi bisognosi di protezione, come genitori, come esseri umani, chiediamo che la gente faccia sentire la propria voce, per la propria incolumità oltre a quella degli animali – conclude la Bianchin firmando il comunicato – Chiediamo che i media denuncino le collusioni in atto, le evidenti ingiustizie, le leggi farsa, tutti insieme possiamo premere sulle istituzioni affinché il governo indica finalmente un referendum o che cambi le leggi inaccettabili e pericolose, che ancora proteggono degli assassini, mentre i cittadini sono lasciati alla loro mercé, nella totale insicurezza e succubi del loro potere: aboliamo la caccia affinché non vi siano più morti, ne umani ne animali”.