Una dinamica incerta, fino a poco fa. Rita Fossaceca è morta, uccisa da un colpo di arma da fuoco, mentre cercava di tutelare la madre, minacciata con un machete da un gruppo di banditi che hanno fatto incursione nella loro abitazione. Un tentativo di rapina finito con la morte della radiologa novarese, da tempo vicina alla onlus ForLife, creata dal professor Carriero. Con lei e la madre, in Kenya, c’erano il padre, lo zio e un paio di infermieri novaresi, Monica Zanellato e Paola Lenghini.
Una tragedia che si abbatte su una città e su un settore, quello del mondo medico, che oggi piange la scomparsa di una grande donna e di una grande professionista. Una di quelle persone che vivono una importante vita seppur nell’ombra, senza troppe luci, senza troppa eco. Una di quelle persone che dedicano la propria vita e la propria passione ad un mestiere finalizzato a fare del bene a chi ne ha più bisogno. Rita aveva preso un periodo di ferie dall’ospedale di Novara, era in Africa, non per la prima volta, per aiutare quei bambini dell’orfanotrofio che avevano bisogno di lei e dei suoi collaboratori. “Stanno bene – scriveva sul suo diario online qualche giorno fa – anche se dall’ambulatorio hanno rubato un sacco di cose”. Ma con la forza che la contraddistingueva, Rita è andata avanti, fermamente convinta che, in quella zona, quei bimbi dagli occhioni grandi e imploranti sostegno, avessero bisogno di una mano.
A 20 chilometri da Malindi, in circostanze tutt’altro che previste, Rita ha visto stroncato questo percorso. Incarnazione del vero volontariato, quello silente ma più efficace che mai, la radiologa novarese aveva scelto una strada non facile, ma certamente appassionanate e utile per vivere davvero la sua professione, fino in fondo. Proprio come ha fatto lei, Rita, arrivando fino in fondo, senza rinunnciare mai al sogno di poter risollevare quei bambini, una ventina in tutto, che lei assisteva con grande professionalità, ma soprattutto con grande amore.
Questo il suo ultimo messaggio, sul diario di ForLife: «Dopo una serie di giri nelle fattorie, valutazioni delle spese e dei possibili guadagni, oggi abbiamo acquistato la mucca. L’abbiamo trovata grazie alla collaborazione di un nostro conoscente nel villaggio di Roca. L’acquisto è stato possibile grazie a libere donazioni fatte da nostri amici, Eduardo e Maria Carmela, Angelo e Teresa, Marco e Daniela. La mucca è incinta e tra tre mesi avremo anche un vitellino e finalmente il latte per il villaggio. La mucca che attualmente abbiamo la vendiamo anche se con dispiacere visto che è molto bella e si comporta come un grosso cane. Continuo col dire che Nelson e Amon stanno lavorando bene ed anche oggi la pausa pranzo è stata fatta alle 14.30. Dimenticavo di segnalare un’altra cosa importante che riguarda il sinistro che abbiamo subito lo scorso anno. La power ha inviato ancora due tecnici per il sopralluogo che hanno ulteriormente valutato i danni. Non sappiamo ancora a quanto ammonterà la somma che ci daranno ma siamo certi che l’avremo. Peraltro dobbiamo necessariamente riacquistare il condizionatore nel laboratorio. È già la seconda volta che l’ingegnere sanitario viene a controllare e si lamenta dell’assenza. Vi ricordo la certificazione viene riconfermata anno per anno».
Ferite alla spalla e alla testa per il padre della donna, Giovanni. Ferite gravemente, ma fuori pericolo, le due infermiere.