Novara – “Siamo preoccupati. La risposta a una semplice interrogazione sul Castello di Miasino ci mette in allarme sui tempi di riutilizzo di un bene chiuso da troppo tempo che deve essere restituito alla comunità. Una confisca a cui non segue il riutilizzo sociale, infatti, vanifica tutto il lavoro fatto da magistratura, forze dell’ordine e istituzioni”. Lo afferma il consigliere regionale Domenico Rossi che nel corso del consiglio regionale di ieri, 27 febbraio, ha interrogato la Giunta per sapere a che punto è l’iter per il bando di assegnazione per il riutilizzo sociale del castello. “Lo scorso 17 ottobre la giunta si era impegnata, sulla base di una mozione a mia prima firma votata all’unanimità dal consiglio, ad assegnare il bando per l’assegnazione per il riutilizzo sociale del Castello di Miasino il più possibile in concomitanza con il termine dei lavori per la ristrutturazione del bene che gli uffici regionali allora prevedevano entro il prossimo mese di giugno” spiega il rappresentante Dem. La risposta dell’assessore Tronzano sembra, però, indicare un percorso che non rispetta le scadenze decise a ottobre. “Si legge di un’indagine conoscitiva entro luglio 2024 per la raccolta di manifestazioni di interesse, a seguire un ulteriore fase di approfondimento per definire i criteri del bando e solo allora l’avvio della fase di affidamento… i tempi si allungano sensibilmente” sottolinea Rossi. “Mi rivolgo al Presidente Cirio affinché intervenga direttamente, nel rispetto dell’impegno preso con la mozione del 17 ottobre, per non far passare un messaggio pericoloso, ovvero, che quando c’è la mafia le cose funzionano mentre quando arriva lo Stato tutto si ferma. E’ inaccettabile” conclude il consigliere novarese.