Mancanza di mutuo e advisor unico per Novara e Torino: il funerale del nuovo ospedale di Novara. L’allarme era stato lanciato dal consigliere regionale di Forza Italia Diego Sozzani. Allarme a cui risponde la Regione, ribadendo “la validità delle scelte compiute, con la Direzione generale dell’Azienda ospedaliera universitaria di Novara e con l’Università del Piemonte Orientale, per avviare il complesso iter della realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara”.
“E’ doveroso puntualizzare alcuni aspetti – affermano gli assessori regionali alla Sanità, Antonio Saitta, e alle Politiche sociali, Augusto Ferrari – senza entrare troppo nel dettaglio tecnico di una materia giuridicamente complessa come quella che riguarda l’appalto di un’opera come la Città della Salute e della Scienza. Trattandosi di un’opera pubblica, il “nuovo ospedale” va realizzato secondo le leggi statali di riferimento, prima fra tutte il Codice dei Contratti e le norme di contabilità. La scelta del partenariato pubblico privato è di fatto imposta dalle norme nazionali e regionali che fissano un limite massimo all’indebitamento per la realizzazione di investimenti (15% del valore della produzione per le Aziende del servizio sanitario regionale)”.
“Il Codice dei Contratti- proseguono gli assessori- in materia di lavori, prevede due strumenti: appalto tradizionale e concessione di costruzione e gestione. La differenza tra appalto e concessione è che il concessionario privato si assume tutti i rischi connessi alla gestione dell’opera per tutta la durata del contratto, ossia 26 anni. Pertanto è fuorviante fare riferimento solo al costo monetario dell’opera. Ad oggi, la Regione ha ottenuto, il parere favorevole del Nucleo di Valutazione del Ministero, ai fini del finanziamento ex art 20 legge 67/1988. Parere formulato sul Partenariato pubblico privato e non su appalto tradizionale. Entro l’anno dovrà essere sottoscritto l’accordo di programma tra Regione Piemonte e Ministero dell’Economia”.
“La scelta dell’appalto, suggerita da Sozzani, comporterebbe la presentazione di una nuova domanda di finanziamento al Ministero, il che bloccherebbe l’iter della concessione del finanziamento. In sostanza, la proposta del consigliere si scontra con tutta una serie di argomentazioni tecniche e giuridiche che dimostrano, in modo chiaro, che l’unica scelta obiettivamente percorribile per la realizzazione dell’opera era ed è il ricorso al partenariato pubblico privato”, concludono Saitta e Ferrari.