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Novara

“Salviamo gli ospedali”: depositate le firme in Regione. Si punta al referendum

Chiedono l’abolizione l’abolizione della deliberazione della Giunta regionale 19 novembre 2014, n. 1 – 600 “Adeguamento della rete ospedaliera agli standard della legge 135/2012 e del Patto per la Salute 2014/2016 e linee di indirizzo per lo sviluppo della rete territoriale” così come integrata con DGR n. 1-924 del 23 gennaio 2015, l’atto che sostanzialmente rimodula la rete ospedaliera piemontese con riferimento sia al numero di posti letto, sia all’articolazione delle discipline ospedaliere e relative strutture complesse, portando da 18301 posti letto attuali a 16282, con una riduzione di oltre 2000 posti, e chiudendo oltre 130 strutture complesse.

I rappresentanti del Comitato “Salviamo gli Ospedali”, fondato e presieduto dal consigliere regionale di Forza Italia Gian Luca Vignale, hanno depositato le firme raccolte in un mese di attività, all’Ufficio di presidenza del Consiglio Regionale.

Ora tocca all’Ufficio di presidenza del Consiglio Regionale, sentita una Commissione di garanzia, pronunciarsi – entro 30 giorni –  sulla ricevibilità della richiesta. L’Ufficio di Presidenza delibera all’unanimità. Se non si raggiungerà l’unanimità, delibererà il Consiglio Regionale a maggioranza assoluta dei componenti entro 15 giorni dalla riunione dell’Ufficio di Presidenza. Se verrà dichiarata l’ammissibilità del referendum, entro aprile inizierà la raccolta delle 60.000 firme necessarie per indire il referendum con il quale si richiede l’abolizione della delibera di rimodulazione della rete ospedaliera piemontese.

Salviamo gli ospedali: firme per il referendum in Piemonte

“I parametri imposti – spiegano Vignale e il collega Diego Sozzani  – sono incoerenti con la normativa statale che stabilisce in 3,7 per 1000 abitanti il numero massimo di posti letto a carico del servizio sanitario regionale (incluse anche le strutture private convenzionate) di cui 0,7 deve essere dedicato a riabilitazione e lungo-degenti e i restanti 3 per 1000  per gli acuti. Con la riforma della rete ospedaliera, in Piemonte, invece questi ultimi saranno solo 2,6 ogni 1000 abitanti, determinando un taglio inutile e dannoso per i cittadini. Prima dell’intervento di Chiamparino e Saitta infatti i posti letto per acuti erano di 2,9 ogni 1000 abitanti:  andavano aumentati e non certo tagliati!”

“I risultati della revisione imposta da Saitta e Chiamparino sono sotto gli occhi di tutti: barelle nei corridoi, liste di attesa lunghissime, ospedali – centri di eccellenza piemontesi – chiusi o declassati, pazienti che ad oggi non sanno dove e quanto distante da casa saranno curati. A questo si aggiunge il taglio programmato sulle cliniche private convenzionate che determinerà, oltre a un calo delle prestazioni pubbliche, anche una drammatica ricaduta negativa sull’occupazione. Un’altra drammatica conseguenza di questa riforma è l’aumento della mobilità verso altre regioni con un aumento dei costi a carico del Piemonte e dei disagi per i cittadini. Il tema è sentito da tutti i cittadini e amministratori locali, che a gran voce da mesi stanno chiedendo alla giunta regionale un passo indietro e una programmazione sanitaria condivisa con il territorio e scritta a misura di paziente e non di bilanci”.

“Non posso che sostenere il grande lavoro svolto dal collega consigliere Gian Luca Vignale  – conclude Diego Sozzani –  e dal Comitato che ha costituito per rispondere ad una effettiva esigenza che, come si è visto, non è solo di Torino ma di tutto il Piemonte. Personalmente mi impegnerò affinché l’iniziativa sia condivisa anche sul territorio novarese e del Vco dove l’emergenza ospedaliera e sanitaria è sicuramente molto sentita e dove, al di là dei proclami dell’Assessore Saitta, fino ad oggi si è visto nulla”.