Sventato l’ennesimo rischio commissariamento e preso atto dell’aumento del 2,3% del Fondo per la Salute destinato alle regioni, la sanità piemontese si prepara ad accogliere il nuovo direttore generale dell’assessorato guidato da Antonio Saitta. Sarà, con tutta probabilità, Fulvio Moirano il successore di Sergio Morgagni, ex direttore dell’assessorato con Paolo Monferino, prima, e Ugo Cavallera successivamente.
Nel frattempo, i 19 direttori generali delle aziende ospedaliere e sanitarie piemontesi hanno incontrato il nuovo numero uno di corso Regina Margherita.
Diversi i temi affrontati nel corso della riunione che si è svolta ieri. Primo fra tutti, la revisione della rete ospedaliera seguita dal rapporto con gli erogatori privati e con le case di cura, la continuità assistenziale, la centralizzazione degli acquisti di beni e servizi per conseguire i risparmi previsti dal piano di rientro, la riduzione delle liste d’attesa con interventi strutturali, gli investimenti per l’edilizia sanitaria.
Chiaramente, i 180 milioni di euro aggiuntivi (quelli appunto previsti dal Patto per la Salute nazionale) costituiscono una bella boccata d’ossigeno per una sanità, quella piemontese, che ha affrontato, negli ultimi anni, pesanti difficoltà, con conseguenze dirette su un sistema che è stato diverse volte vicino al commissariamento. Ma il futuro, secondo l’assessore Saitta, “è a Roma, dove si giocano partite rilevanti per il nostro futuro e dove vengono gestite dal punto di vista tecnico e operativo le questioni più rilevanti. Alla politica spettano le scelte di fondo, che non devono essere calate dall’alto e devono essere spiegate alle comunità locali, tenendo conto però del quadro generale delineato dal nuovo Patto per la salute”.
A tal proposito, pare ci siano novità in arrivo anche nel campo dell’edilizia sanitaria le cui opere potrebbero essere sbloccate insieme a quelle relative alla sicurezza negli ospedali: il Governo infatti pare riuscirà a reperire fondi specifici attraverso la pulizia dei residui di bilancio.
Intanto, arriva la bocciatura del Piemonte, unica regione del Nord maglia nera nella verifica degli adempimenti dei livelli essenziali di assistenza per il 2012, quando il Ministero ha ravvisato rilevanti inadempienze nel garantire i Lea ai cittadini residenti nelle regioni in piano di rientro. Un passo indetto notevole rispetto al 2011 quando invece il Piemonte era stato promosso a pieni voti.
Il Piemonte si conferma dunque come una regione che non fa il suo dovere relativamente al monitoraggio delle liste di attesa, alla prevenzione e alla contabilità.
L’impressione, che in realtà è una conferma, è che l’assessore Saitta abbia disegnato una serie di contatti a livello nazionale facendo rete con esponenti di rilievo del Ministero Lorenzin, approntando una strategia di collaborazione che si rivelerà utile nell’esecuzione del Piano sanitario piemontese e nella gestione delle strutture e del settore. Un’alleanza che si conferma con forza anche grazie alla presenza, accanto all’assessore Saitta, nell’incontro con i dg delle aziende, di Thomas Schael, tra i vertici di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari che funge da braccio operativo del Ministero. E qui diventa difficile dimenticare il noto Tavolo Massicci, considerato dalla giunta Cota un vero e proprio nemico. Le carte in tavola, oggi sono evidentemente cambiate, e il fatto che Chiamaparino e i suoi uomini abbiano scelto un esponente della suddetta agenzia, significa che si è giunti ad un cambiamento di rotta imponente negli equilibri politici tra Piemonte e Ministero.