E’ stata celebrata anche a Novara la festa di Santa Barbara, protettrice dei Vigili del Fuoco. “La sua è la storia – ha ricordato il vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla durante la celebrazione della Messa presso la sede dei Vigili del Fuoco di Novara – di una giovane martire; è una storia che racconta come il sacrificio della propria vita non sia mai “contro qualcuno”. In un momento in cui il terrorismo e l’Isis spacciano per martirio stragi e deliranti atti di morte contro inermi vittime, si è ricordato il vero valore dell’offerta del proprio coraggio per salvare e non per uccidere, incarnato nelle forze dell’Ordine e, in questa giornata, esemplificato dal Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco”.
È una storia forse in parte diventata leggenda: la giovane martire fu denunciata dal padre al magistrato romano che, in quei tempi di persecuzione contro i cristiani, la condannò alla decapitazione, prescrivendo che la sentenza venisse eseguita proprio dal genitore, dopo due giorni di feroci torture. Queste iniziarono con una flagellazione con verghe, che si tramutarono in piume di pavone, quindi venne torturata col fuoco, ebbe le mammelle tagliate e fu infine decapitata. Era il 4 dicembre dell’anno 306. Oggi, dopo secoli, le persecuzioni religiose purtroppo mietono ancora vittime.
Il nostro vescovo ha ricordato inoltre l’importanza della “comunione di intenti, del lavoro di squadra, di quanto sia importante anche nel volontariato il lavorare insieme, vincendo gelosie ed invidie. Si dovrebbe essere come una mano: in una mano ci sono 5 dita ma quando la mano si muove compie sempre e solo un movimento unitario. Tutti i muscoli si muovono insieme”.
A chiusura della messa la simulazione delle attività di soccorso durante un’alluvione. Il piazzale interno alla sede dei Vigili del Fuoco è stato occupato da una enorme piscina completamente allagata. Dalle acque si scorge una scuola, quasi totalmente sommersa. Affacciati ad un balcone insegnanti e bambini chiedono aiuto.
Poco oltre un uomo è incastrato tra due auto, spinte dalla furia dell’acqua, ed una donna urla bloccata nella sua automobile, quasi sommersa. A destra due tetti su cui due uomini hanno trovato riparo. E infine un cane si è salvato su un rottame. Tutti hanno bisogno di aiuto. Nonostante la nebbia ed il freddo i Vigili del Fuoco hanno eseguito l’esercitazione impiegando diversi mezzi di soccorso – dai gommoni alle gru. Uno speaker in quei 30 minuti ha illustrato i diversi passaggi dei soccorsi, spiegandone le difficoltà ed i pericoli.
Infine mentre risuonavano le parole e le note dell’Inno di Mameli due Vigili del Fuoco hanno srotolato, scendendo dalla torretta delle esercitazioni, la bandiera italiana.