E’ morta a San Donà di Piave Sara Anzanello, dopo aver lottato per anni contro una gravissima forma di epatite. Era stata per dieci anni centrale a Novara, prima nell’Agil poi nell’Asystel.
Sara Anzanello è morta oggi a San Donà di Piave, dove era nata 38 anni fa, dopo aver lottato per anni a causa di una gravissima forma di epatite contratta in Azerbaigian, dove era andata per giocare a volley, la sua grande passione. Era il marzo del 2013 e militava nell’Azərreyl Voleybol Klubu, venne ricoverata a Milano, dove aveva ricevuto in dono fegato, ma a quanto pare il trapianto non è bastato a farle vincere la guerra. Eppure ci aveva provato con tutte le forze, aveva persino ricominciato a giocare, ripartendo nella stagione 2014-15 come supporto team manager per il Club Italia e nel 2015-16 era tornata a Novara in B1 con l’AGIL Volley, perchè sapeva che sotto la Cupola sarebbe stato il posto ideale per riprovarci, ma a fine stagione aveva lasciato definitivamente il campo. Un grande centrale Sara, di sostanza e di classe, che oltre al Mondiale nel 2002 (278 presenze con la Nazionale), ha conquistato due coppe del Mondo (2007, 2011), due medaglie d’argento al World Grand Prix (2004, 2005), un argento agli Europei (2005) e due Bronzi al World Grand Prix (2006, 2008) cui va aggiunto il riconoscimento personale come “Miglior Muro” al World Grand Prix (2006).
Entrata nel cuore dei novaresi sin dai primissimi istanti dalla stagione 1999, con la maglia dell’AGIL Trecate prima e dell’Asystel Volley poi, travolgendo tutti per dieci anni con la sua contagiosa folle simpatia e leggerezza, ma sul campo era trascinante. Ha regalato ai colori azzurri due Coppe Italia, due Coppe CEV e una Top Teams Cup, con l’unico rammarico di essere arrivata più volte a toccare lo scudetto, senza riuscire a regalarlo a se stessa ed ai novaresi. Poi la sua carriera prosegue a Villa Cortese, dove conquista due Coppe Italia e rivive l’incubo di due altre finali play-off perse, quindi quel maledetto trasferimento in Azerbaigian e l’epatite fulminante. Una malattia che sembrava superata al punto da permetterle di tornare, nella stagione 2014-15, a lavorare come supporto team manager per il Club Italia, e nel 2015-16, in B1 proprio con l’AGIL Volley a Novara, prima del ritiro a fine campionato.
Il volley è rimasta la sua grande passione fino in fondo, sui social durante il mondiale giapponese era la prima a postare incoraggiamenti e scambi di battute sull’impresa sfiorata dalle ragazze di Mazzanti.
Il grande puffo non c’è più, se ne andata a 38 anni, con al collo quella medaglia d’oro presa ai Mondiali nel 2002 da “novarese” che tanto avrebbe voluto vedere consegnata anche a Paola Egonu e compagne.