Scontro Piemonte-Governo anche sull’aborto, in stand by le linee guida sulla pillola RU486
L’assessore agli Affari Legali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, ha bloccato l’adozione delle linee guida sull’interruzione volontaria della gravidanza diramate dal Ministero della Salute, per chiedere il parere legale all’avvocatura regionale.
Qualche giorno fa il Ministro della Salute Roberto Speranza, ha diramato nuove linee guida sull’interruzione volontaria di gravidanza, attraverso metodo farmacologico in day hospital, rispondendo in qualche modo alla decisione presa dalla Regione Umbria, che nel mese scorso aveva posto sulla questione, la condizione del ricovero obbligatorio.
Vista anche la casistica clinica irrilevante, più che alla salute delle donne, la questione sembra diventata più che altro politica e si inserisce nella oramai dichiarata guerra fra governo giallo-rosso ed enti locali a guida centro destra.
Un vivace dibattito che ora vede inserirsi anche la Regione Piemonte, che nelle scorse ore ha visto muoversi l’assessore agli Affari Legali Maurizio Marrone. L’esponente di FdI ha deciso di chiedere il parere dell’avvocatura regionale, di fatto bloccando l’adozione delle nuove linee guida governative, in attesa di ottenere i chiarimenti necessari: “Prima di ricorrere all’aborto – scrive l’assessore Marrone – la legge 194 che regolamenta le interruzioni volontarie della gravidanza, assicura alle donne che stanno vivendo una gravidanza difficile di rivolgersi ai consultori e ai centri di aiuto alla vita, dove possono ricevere sicuramente un sostegno concreto per poter scegliere la vita e non la morte. Sempre la legge nazionale – precisa Marrone – prescrive il ricovero fino all’interruzione della gravidanza, che nell’aborto chirurgico coincide con l’asportazione del feto, mentre consentire che la pillola Ru486 sia somministrata in ospedale e poi la donna possa uscirne ed espellere l’embrione-feto in privato e in totale solitudine, la espone a rischi di gravi e fatali emorragie”.
Dopo le recenti polemiche sui provvedimenti anti Covid e sui decreti per la ripresa, le schermaglie fra Piemonte e Governo proseguono dunque anche sul tema della pillola RU486 e nel mezzo ci finiscono pure le donne.