Firmato il contratto nazionale del comparto Scuola, ma le battaglie non sono ancora finite.
Sono stati, dunque, confermati i tanto attesi aumenti salariali e arretrati, che partiranno dal 1° marzo 2018. Gli aumenti, previsti anche per i precari, andranno da un minimo di 80,40 euro a un massimo di 110,70 euro e per le fasce retributive più basse resterà il bonus fiscale di 80 euro. L’indennità di vacanza contrattuale si andrà ad aggiungere alla retribuzione tabellare. Per i docenti, inoltre, a questi aumenti si aggiungerà il bonus merito di 200 milioni di euro, che in parte andrà negli stipendi e in parte andrà a contrattazione nella valutazione dei docenti stessi Per gli arretrati, gli importi netti in busta paga andrano da 271 euro a 412 euro in base al profilo di inquadramento. I carichi e gli orari di lavoro resteranno immutati.
Secondo il segretario generale Cisl scuola Piemonte Orientale Domenico Amoruso la firma del contratto (Gilda invece ha scelto di non firmare) è stata una decisione “giusta e responsabile perché ha evitato un prolungarsi inutile del negoziato. Certo non risolvono la criticità delle condizioni retributive esistenti nel comparto istruzione ricerca, ma la non sottoscrizione del contratto avrebbe del tutto vanificato gli attuali benefici economici (considerato che il contratto scade il 31 dicembre 2018).
Le battaglie, però, come annunciato non si fermano: da gennaio 2019 si ricomincia a lottare per ulteriori risorse economiche ed aumenti per tutto il personale della scuola in vista del successivo rinnovo contrattuale, che si spera non debba essere atteso per altri 10 anni.
Intanto, per quanto riguarda la questione Gae (graduatorie a esaurimento) che vede di fatto “licenziate” le insegnanti con diploma magistrale, il sindaco di Novara Alessandro Canelli incontra mercoledì 21 febbraio una rappresentanza delle interessate per fare il punto della situazione e capire come muoversi prima dell’avvio del prossimo anno scolastico.