“Se non paghi diffonderò il video”, nuove mail a scopo estorsivo. “Incubo” sextorsion, l’allarme e i consigli della Polizia postale
“Ciao cara vittima. Ti scrivo perché ho installato un nuovo malwere sul sito web dei siti porno che hai visitato. Il mio virus ha preso le tue informazioni personali e ha acceso la tua fotocamera che ti ha ripreso…se non paghi 580 euro in Bitcoin diffonderò il video a tutti i tuoi contatti”. Inizia così il messaggio che negli ultimi giorni è comparso tra le spam della casella postale di molte persone e torna, dopo un periodo di relativa calma, e in una nuova forma, l’incubo delle sextorsion, ovvero le richieste di denaro per evitare la diffusione di presunti filmati compromettenti, o, come in questo caso, le attività di ricerca effettuate dal proprio computer. Un fenomeno non nuovo, quello delle estorsioni, già da tempo balzato alla ribalta delle cronache ma che proprio in questi giorni ha registrato una nuova e decisa impennata, tanto che la Polizia Postale ha lanciato un nuovo allarme e stilato una sorta di decalogo per chi ricevesse una simile mail (che tra l’altro finisce nelle spam). “Mantenere la calma – dicono dalla Postale – In realtà non dispongono di alcun filmato che ritrae in atteggiamenti intimi, né, con tutta probabilità delle password dei profili social da cui ricavare la lista di amici o parenti; non pagare assolutamente alcuna cifra: l’esperienza maturata con precedenti episodi, come le cosiddette sextorsion, dimostra che, persino quando il criminale dispone effettivamente di dati informatici, pagare determina come unico effetto un accanimento nelle richieste per ottenere ulteriore denaro; occorre proteggere la mail e, in generale gli account virtuali; cambiare la password impostandone di complesse; non utilizzare mai la stessa password per più profili. E infine abilitare, dove possibile meccanismi di autenticazione “forte” che associno all’inserimento della password, l’immissione di un codice di sicurezza ricevuto sul nostro telefono cellulare”