Dal 6 maggio al 25 settembre l’Arengo del Broletto ospita Sentieri di luce. In cammino con Morbelli e Nunes Vais, mostra che è nata grazie alla collaborazione di Fondazione Cariplo, Fondazione Comunità del Novarese e Comune di Novara.

Sentieri di luce
La mostra, suddivisa in tre sezioni, ci racconta una Novara di fine Ottocento, bella e romantica ma allo stesso tempo malinconicamente scomparsa.
Le quarantotto opere esposte, accompagnate da preziosi abiti femminili, da civettuoli parasole e da bagagli di viaggio (tutti prestiti del Museo Civico Etnografico Archeologico “C. G. Fanchini” di Oleggio), ci portano nel quadriportico del Duomo romanico, ci mostrano la Novara che Antonelli avrebbe voluto, ci raccontano la bellezza delle gite al lago, ci fanno respirare la vastità dei panorami lacustri e montani, ci introducono in scorci domestici o negli ambienti contadini. La prima sezione che accoglie il visitatore è dedicata a Novara, descritta come una città di provincia dell’Ottocento.
Da una parte la città, i suoi monumenti, i suoi esterni e dall’altro l’intimità degli interni, sia del focolare domestico che delle botteghe. Una nota di eleganza viene offerta dalle deliziose figure femminili, protagoniste dell’opera di Paul Panfonray e di Italo Nunes Vai.
Ecco dunque la seconda sezione di Sentieri di luce, Tra città e campagna, che a volte illustra idilli campestri e altre dipinge la campagna laboriosa della fatica nei campi.
Infine la terza sezione, Viaggio in provincia, tra ombrellini leziosi e battelli, fotografa le abitudini vacanziere e soprattutto la bellezza dei paesaggi. I nostri laghi, le nostre vette raccontate attraverso la meravigliosa luce che si espande e che ci accoglie.
Visitare la mostra significa tornare indietro nel tempo, emozionarsi di fronte alla bellezza del nostro territorio, rivivere la nostra storia, quella con la S minuscola, fatta di piccoli eventi quotidiani… ma significa anche poter rivedere ben 12 opere, fino ad oggi nei depositi della Giannoni in attesa di restauro. Anche questa è Novara, quando la Fondazione Comunità del Novarese sceglie di finanziare il restauro delle 12 opere perché un bene comune tornasse ai Novaresi.
Dodici opere per raccontare una Novara scomparsa, ma sempre nei nostri cuori.
Emanuela Fortuna