Riprendono gli appuntamenti di Exhibition Project, il programma espositivo di arti visive che si tiene presso la Fondazione Novara Sviluppo – Polo Scientifico Tecnologico, con un appuntamento che ci porta in Oriente. Si tratta dello “Sguardo a Oriente” di Alessandro Ferrari, artista milanese, appassionato viaggiatore e innamorato musicista.
La mostra, curata da Vincenzo Scardigno, verrà inaugurata il giorno di San Valentino, sabato 14 febbraio, alle ore 17.00 e rimarrà aperta fino a domenica 22 febbraio nella ormai conosciuta showroom della Fondazione Novara Sviluppo in via Bovio 6 a Novara con i seguenti orari: feriali 10.00 – 18.00; sabato, domenica e festivi 15.00 – 19.00.
Per festeggiare il giorno degli innamorati durante l’inaugurazione ci sarà un aperitivo in musica e un omaggio floreale alle signore.
Oltre al sostegno della Fondazione Novara Sviluppo, l’evento vede la collaborazione di tre realtà del mondo delle arti visive: la Fondazione D’Ars di Milano con Grazia Chiesa, l’Associazione Art Action con Domenico Minniti ed Emilio Mera per la parte organizzativa e il Contemporary DidArt Lab con Emanuela Fortuna per la presentazione critica dell’artista.
L’ ingresso è libero.
In Alessandro Ferrari convivono l’architetto, il musicista ed il viaggiatore. Numero, modulo e strutture geometriche sono la base del suo linguaggio artistico, fortemente ispirato dai suoi viaggi in terre lontane e dalla sequenza cromatica musicale, che ricreano un universo come “insieme continuo”.
Nella seria delle Miniature il modulo geometrico e la ripetizione rappresentano l’infinita variabilità dell’architettura dell’universo e la sua vibrazione poetica, dove ogni singolo elemento riprodotto è rappresentato con estrema cura e dovizia di particolari per “non creare false gerarchie di valori” e per dare “la stessa dignità che spetta a ciascuno, sia esso il re o un povero sufi, il più bello dei giardini o un pesciolino rosso nella vasca del Paradiso, un platano o una sua minuscola foglia pentagonale, frammenti disparati dell’interezza dell’Uno”. L’horror vacui riempie il piccolo formato di infiniti particolari ripetuti. Ferrari ha analizzato ogni singola struttura nelle miniature persiane a cui si ispira, le ha ritagliate, smembrate, ricomposte, arricchite in base ad una regola numerico-geometrica, come fosse uno spartito con le sue ripetizioni: ogni Miniatura contiene almeno tre volte ciascuna forma, ma contiene una sola figura che non è invece ripetuta. Quella unica forma rompe il concetto di modulo ripetuto e ridà vita al concetto di unicità in un universo malleabile e seriale. Nel brulicare di forme, decorazioni, ripetizioni, cromie accese nasce il ritratto di una società umana attiva e vivace, forte di una cultura millenaria di tradizioni e di miti. Le figurette umane sono ritratte al lavoro o mentre si dedicano ai divertimenti o meditano nel privato di una stanza. La storia umana diventa testimone, forse non consapevole, del continuum dell’universo.
La bellezza e la poesia sembrano essere il fondamento di vita. In un percorso di scoperta del reale ecco la serie degli Arabeschi, geometrie di grande fascino che ricordano le decorazioni delle moschee, le ceramiche islamiche o gli spazi degli antichi Hammam, dove la figura umana non è presente. Qui il ritmo viene dato dalla ripetizione modulare delle decorazioni, riproponendo il senso del vuoto e del pieno, della forma che nel suo ripetersi e scomparire in altre forme diventa segno di un continuum metamorfico della struttura dell’universo.
Dal mondo unicellulare degli Arabeschi ecco il mondo di pura astrazione delle Geometrie. Protagonisti sono lettere e numeri che in successione, come in una serie del Dna, ricostruiscono le strutture dell’essere.