Silvia Barbaglia, 32 anni, sposata, madre di due figli e imprenditrice nel settore vitivinicolo.
Fin da ragazza, Silvia segue le orme del padre: nel 1999, la famiglia Barbaglia rinnova la cantina di Cavallirio.
Da quel momento, Silvia ha lavorato fianco a fianco con il papà. “Siamo cresciuti insieme nel nostro lavoro – spiega – Mio padre è la parte innovativa dell’azienda, io quella più tradizionale. Mi sono laureata in marketing del vino e il settore mi appassiona non solo dla punto di vista della produzione ma soprattutto per l’aspetto comunicativo tramite il quale mi piace valorizzare anche il territorio dell’Alto Piemonte”.
Negli anni, Silvia ha accumulato un gran numero di clienti, “con i quali non organizzo solo degustazioni ma racconto anche le caratteristiche della nostra zona, i luoghi dove viene prodotto il vino e la grande fortuna dei vigneti in quest’area dell’Alto Piemonte”.
Una determinazione, quella di Silvia, dettata dalla passione certo, ma incentivata anche da una frase di papà: “Mi diceva sempre che una donna non sarebbe riuscita a portare avanti un’azienda vitivinicola. E’ un lavoro duro e difficile, è vero… Ma da quel momento, è partita la mia sfida che, di fatto, è diventata una scelta di vita”.
Silvia fa parte del Club Unesco delle Terre del Boca: “Ci stiamo attivando per creare una mappa delle aziende e delle cantine presenti in questo territorio che ha una tradizione meravigliosa”.
E anche delle storie appassionanti: come quella dell’azienda vitivinicola Barbaglia che, spiega Silvia, “si trova all’interno della caldera di un vulcano, circondato da rocce ricche di minerali che ovviamente danno al vino un gusto particolare. Non vendiamo vino, vendiamo cultura, conoscenza, soprattutto ai giovani: sempre più spesso li vedo arrivare nelle mie cantine. Sono curiosi, vogliono sapere, vogliono degustare e capire le caratteristiche del prodotto”.
“E’ dura, è vero – conclude Silvia Barbaglia – ma amo il mio lavoro e lo svolgo ogni giorno con una rinnovata passione”.