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Novara

Slot: dopo la sentenza del Tar «orario ridotto in tutta la provincia»

Riceviamo e pubblichiamo:

“Il Comitato novarese “Mettiamoci in gioco” (Adiconsum, Adoc, Arci, Auser, Federconsumatori, Libera, Legambiente) esprime grande soddisfazione per la decisione del Tar di respingere i ricorsi avverso le ordinanze di limitazione degli orari delle slot machines. In primo luogo perché viene riaffermato il principio fondamentale, sancito dalla Costituzione, per cui l’attività economica privata non può mai essere esercitata a danno dell’interesse collettivo e tale è la salute pubblica.
Il Tar ci ricorda poi che è possibile e doveroso per i sindaci intervenire sul problema delle ludopatie anche limitando, ove possibile, l’accesso al gioco; un obbligo stabilito anche dalla legge regionale 9 del 2016 e che rivendichiamo con forza: un buon sindaco ha il dovere di tutelare in ogni modo la salute dei propri concittadini e fermare le slot in determinate fasce orarie e uno degli strumenti a sua disposizione. Non l’unico, non necessariamente il più efficace, ma indubbiamente concreto, legittimo e – va ribadito – obbligatorio. Resta la possibilità di intraprendere azioni ulteriori e migliori rispetto a quelle stabilite per legge: anche su questo si misura la sensibilità e la capacità di un’amministrazione di adempiere nel migliore dei modi alle proprie funzioni.
La conseguenza pratica di quanto stabilito dal Tar è quanto mai apprezzata: torna in vigore, nella città di Novara, l’ordinanza sospesa dal Consiglio di Stato che prevede la possibilità di giocare nelle fasce 10.00-13.00 e 18.00-24.00. In questo modo è proibito il gioco nei momenti di maggiore afflusso di persone agli esercizi commerciali contenenti slot e in particolare delle fette di popolazione che si intende tutelare in particolar modo, come studenti e pensionati.
La sentenza del Tar dimostra ancora una volta che il vento è favorevole: tutti i comuni della provincia di Novara e delle altre province del Piemonte devono predisporre analoghe ordinanze, non ci sono più scuse”.

Comitato “Mettiamoci in gioco”