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Novara

Slot machine: il PD, «l’ordinanza non è restrittiva». Caressa: «Siamo più rigidi di altre città»

Ordinanza sulle slot: se ne parla in consiglio

Dopo quattro mesi dalla sentenza del Consiglio di Stato, arriva l’ordinanza transitoria del Comune di Novara sulla regolamentazione delle slot machine.

L’interrogazione del Pd è stata lo spunto per aprire il dibattito sul gioco d’azzardo nella città di Novara.

“L’ordinanza – ha sottolineato l’assessore Franco Caressa – è stata approvata in attesa della sentenza definitiva del Tar di cui siamo in attesa. Questo tempo è servito per elaborare un provvedimento alla luce della bocciatura della precedente normativa da parte del Consiglio di Stato. Il Tar dovrà esprimersi in tempi brevi, ma a Novara serviva una norma transitoria: finora, infatti, in questo periodo di vacatio, vigeva la liberalizzazione totale. Torino, ad esempio, non ha nemmeno adottato una legislazione transitoria…”.

Nell’interrogazione il Pd chiedeva anche spiegazioni sull’orario più flessibile della nuova ordinanza: “L’ordinanza prevede dieci ore di spegnimento delle macchinette. Siamo tra i Comuni più “rigidi” in questo senso”.

Nel Novarese, come risulta dai dati Sert, la situazione delle dipendenze da gioco d’azzardo è piuttosto preoccupante: per gli adolescenti è un problema che si sta purtroppo diffondendo in modo pesante, così come per gli ultrasessantenni.

“Abbiamo cercato di definire orari – conclude Caressa – tali da scoraggiare la tentazione del gioco di determinate fasce d’età, anche se i giovani sempre più spesso si rivolgono alla rete e ai giochi online che stanno diventando una piaga vera e propria. Allo stesso tempo abbiamo anche valutato le ripercussioni sugli operatori. Ci sono città come vercelli, Asti ed Alessandria in cui gli orari di apertura superano di diverse ore quelli di Novara”.

“Ci sono città con discipline anche più restrittive – ha ribattuto la consigliera democratica Sara Paladini – come Bergamo. I dati del Sert sono allarmanti per quanto riguarda il Novarese rispetto ad altre province del Piemonte. E i costi sociali di questa epidemia saranno certamente consistenti. Quello che porta il giovane a giocare online è la facilità di accesso e l’imressione di normalitùà che si ha sul territorio per la diffusione di queste macchinette. In questi giorni, diversi locali non stanno adempiendo all’ordinanza, mi auguro che ci saranno più controlli”.