Sovraffollamento delle carceri, la protesta degli avvocati. Anche a Novara oggi decine di fascicoli rinviati per l’astensione della Camera penale: «Nel Paese una bieca visione “carcerocentrica”»
Decine di processi “saltati” oggi in tribunale. La Camera Penale di Novara ha aderito in modo convinto all’astensione dalle udienze deliberata dall’Unione Camere Penali Italiane.
La protesta ha per oggetto la tematica dell’esecuzione penale e del carcere, argomenti del tutto tralasciati dall’attuale governo ad onta del drammatico sovraffollamento degli istituti penitenziari, dei continui richiami sovranazionali per l’adeguamento del regime carcerario ai dettami delle convenzioni internazionali, di condizioni (anche igieniche) spesso precarie degli istituti e di un tasso di suicidi in carcere a dir poco inquietante (67 suicidi nel 2018).
«Da troppo tempo – dicono dal Direttivo novarese – si registra nel nostro paese una bieca visione “carcerocentrica” (icasticamente rappresentata dall’augurio di “marcire in galera”) del tutto avulsa dai principi costituzionali, per i quali il carcere non è l’unica sanzione penale prevista dall’ordinamento e la pena deve comunque avere funzione rieducativi».
L’ossessione securitaria sbandierata dalla quasi totalità delle forze politiche a fini propagandistici e che si traduce solo in inutili innalzamenti delle pene e in maggiori difficoltà nell’accesso alle misure alternative al carcere dovrebbe, invece, considerare le statistiche per le quali coloro che scontano la pena in modo alternativo rispetto alla detenzione carceraria (ad esempio in affidamento in prova ai servizi sociali) difficilmente tornano a delinquere. Al contrario, il tasso di recidiva è molto alto per coloro che hanno scontato la pena interamente in carcere.
«In buona sostanza, se davvero si volesse operare in direzione di una maggiore sicurezza, la risposta sarebbe meno, e non più, carcere. Per queste ragioni i penalisti protestano con la consueta determinazione in favore, come sempre, non di interessi propri, ma dei diritti di tutti e della dignità umana».