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Novara

Sportello antiviolenza Aied: 52 donne hanno chiesto aiuto

“Sono 52 le donne che nell’ultimo anno si sono rivolte allo sportello antiviolenza Aied di via Magnani Ricotti a Novara: segno che il fenomeno è presente anche nel cuore della città. Oltre a questo c’è ancora una cifra oscura, che potrebbe essere almeno 3 volte tanto. Il loro silenzio potrebbe essere spiegato come una sorta di Sindrome di Stoccolma”. E’ stata la criminologa Marilena Guglielmetti a fornire un ulteriore dato alla statistica di settore, sulla città di Novara. Lo ha fatto nel corso del partecipatissimo convegno, tenutosi sabato 25 novembre al centro commerciale, promosso dall’associazione Integrando e dal presidio locale soci Coop. “I dati nazionali ci dicono che 3 donne su 4 subiscono violenze fra le mura domestiche – ha aggiunto la crimonologa – e spesso anche i figli assistono a quanto accade”. Il divario fra donne che chiedono aiuto e altre che invece fanno fatica a uscire allo scoperto continua a essere elevato. Eppure Novara ha sempre svolto un ruolo di apripista nell’affrontare il fenomeno: non solo nella creazione di una rete di ascolto e supporto, che riunisce associazioni e istituzioni, ma anche a livello giudiziario e investigativo.

“Novara è stata una delle prime città a muoversi sul fronte del contrasto – ha aggiunto Michele Frisia, ex ispettore della Questura, che per 10 anni ha lavorato a stretto contatto con il fenomeno – Questo grazie al sostituto procuratore Ciro Caramore, che una decina di anni fa si è accorto della gravità del fenomeno. Noi andavamo nella case a compiere arresti, prima ancora che ciò iniziasse ad avvenire nel resto d’Italia. E per finire in manette non serve per forza la violenza fisica: ho arrestato personalmente gente responsabile di violenza psicologica”.

Tra i relatori dell’appuntamento c’era anche Daniela Toscano, che ha trovato il coraggio di raccontare la propria esperienza nel libro “Le mie scarpe strette” (leggi qui l’intervista). Accanto a lei sedevano anche la psicologa Evelina Larcinese, la scrittrice Annamaria Balossini e il monaco zen Giulio Taizen Alliaudi. “Abbiamo scelto di affrontare questo argomento utilizzando diversi linguaggi – ha spiegato Maria Guarini, presidente di Integrando – Per la nostra associazione, nata nel 2015, è stato il primo evento pubblico. Quello della violenza di genere è un tema che ci tocca tutti. Anche nella nostra città e abbiamo sentito il bisogno di parlarne riunendo una serie di professionisti che operano nella nostra città”. A far da cornice all’evento c’erano anche le opere di una trentina di artisti, che hanno dato vita alla mostra “I volti, i segni di uno sguardo”, curata dalla pittrice Patrizia Galassi del centro culturale La canonica. La parte musicale è stata curata dal maestro Dario Artuso e alle sue “Canzoni al femminile”. La chiusura è stata affidata alle ballerine di flamenco, dirette da Claudia De Lorenzo: “Un ballo segno di grande determinazione per la donna, in grado di lanciare un messaggio di grande forza”, conclude Guarini.