Storie d’infortunio sul lavoro. Dalle inchieste dei tecnici degli Spresal delle Asl alla costruzione di un repertorio di storie in forma di “racconti”
Tra i compiti istituzionali a carico degli Spresal (servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) delle aziende sanitarie locali, rientra la conduzione di inchieste relative ad infortuni sul lavoro; le indagini, che vengono avviate dai tecnici e che sono svolte per conto dell’autorità giudiziaria, costituiscono un patrimonio ricco di informazioni che però vengono, per necessità, trasmesse con un linguaggio da “addetti ai lavori”. Un linguaggio tecnico, spesso asettico e di difficile comprensione, dietro al quale ci sono storie di vita. Nasce così il progetto “Dall’inchiesta alla storia: costruzione di un repertorio di storie di infortunio sul lavoro”, dove gli operatori degli Spresal delle Asl, tra cui il servizio dell’Asl Novara, hanno scritto cinquanta storie, proprio a partire dalle inchieste. “Il metodo con cui si è deciso di trasmettere tali informazioni – dice Ivana Cucco, direttore dello Spresal dell’ASL Novara – è stato quello di trasformare le relazioni di indagini, come già detto molto tecniche, in vere e proprie storie narrate, di facile ed immediata comprensione. La storia così strutturata si presenta come un vero e proprio racconto, a tratti coinvolgente ed emozionante, in modo da trasmettere un messaggio preciso sulla sicurezza negli ambienti di lavoro. Si è data la possibilità all’autore di inserire nella storia d’infortunio informazioni sul contesto dove è avvenuto l’infortunio, sulla storia personale e familiare dell’infortunato, arricchendola delle proprie emozioni e dei propri sentimenti in merito all’accaduto. Elementi che, nelle classiche relazioni d’indagine infortunio, non è possibile includere”. In ogni storia sono presenti le indicazioni per la prevenzione formulate dall’autore reperibili sul sito Dors della Regione Piemonte. A due anni dall’inizio del progetto è stata avviata una comunità di pratica: lo scopo è di formulare indicazioni condivise, di favorire il confronto e di superare il limite legato alla soggettività dell’autore. “Le comunità di pratica e di apprendimento sono gruppi sociali che hanno l’obiettivo di produrre conoscenza organizzata e di qualità, alle quali ogni membro abbia libero accesso. Il fine ultimo – chiarisce Cucco – è il miglioramento collettivo. Chi entra in questo tipo di organizzazione mira a un modello di condivisione in cui non c’è spazio per la competizione, perché favoriscono lo sviluppo dell’identità professionale ed il senso di appartenenza alla stessa”.Nel biennio 2014-2016, sono stati organizzati otto incontri della comunità di pratica, alla quale hanno aderito circa 70 operatori, inizialmente provenienti dagli Spresal delle Asl del Piemonte e, in un secondo tempo, anche di altre Regioni. Ad ogni incontro hanno partecipato in media 25 operatori e sono state sottoposte al processo di peer review 14 storie. Tra queste, otto sono state già pubblicate del Centro di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte. Nel 2016, l’area del sito dors dedicata alle storie di infortunio ha avuto 2.160 visualizzazioni. “Il progetto è destinato ad ulteriori sviluppi – afferma Cucco – con lo scopo principale di aumentare il livello di percezione del rischio infortunistico non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche nell’opinione pubblica, utilizzando anche strumenti diversi come fumetti o altri stili di narrazione”. “Si ritiene – conclude – infine che l’esperienza maturata in Piemonte possa essere trasferita, integrata e sviluppata, anche in altre regioni e inserita tra le azioni previste dal prossimo piano nazionale di prevenzione”.