CITTADELLA-NOVARA 1-3
Marcatori: 10’pt Puscas (N), 43′ Strizzolo (C), 10’st Puscas (N), 44′ st Puscas
CITTADELLA: 1 Alfonso, 3 Benedetti (23 Liviero 33’st), 4 Iori (k), 6 Scagla (vk), 7 Schenetti, 11 Kouame, 13 Vernier, 14 Pezzi (18 Arrighini 40’st), 17 Strizzolo, 20 Pasa, 29 Vido (10 Chiaretti 22’st). – A disposizione: 12 Paleari, 5 Lora, 16 Bartolomei, 19 Pelagatti, 24 Adorni, 27 Settembrini
Allenatore: Roberto Venturato
NOVARA: 1 Montipò, 4 Mantovani (vk), 5 Casarini (k), 7 Sansone (10 Macheda 37’st), 8 Chiosa, 19 Puscas, 20 Ronaldo (21 Orlandi 26’st), 23 Moscati, 24 Dickmann (2 Troest 30’st), 27 Calderoni, 31 Golubovic. – A disposizione: 12 Farelli, 22 Benedettini, 3 Del Fabro, 9 Sciaudone, 11 Di Mariano, 15 Maracchi, 17 Seck, 18 Lukanovic, 32 Bove
Arbitro: Sig. Piccinini di Forlì – Assistenti: Sigg. Grossi di Frosinone e Mastrodonato di Molfetta
Quarto Ufficiale: Sig. Marini di Treviso – Calci d’angolo: Cittadella 6 – Novara 3
Ammonizioni: 34’pt Sansone (N), 35’pt Strizzolo (C), 17’st Mantovani (N), 25’st Calderoni (N), 45’st Puscas (N), 47’st Montipò (N) – Recupero: 2’pt + 5’st – Spettatori totali 3.277 di cui 2.430 abbonati.
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QUELLA SANA INCOSCIENZA DELL’ESSERE.. BOMBER
Roberto Gervano ha scritto che “chi non perde la testa quando, intorno a lui, tutti la perdono, o è un eroe o un incosciente”, troppo presto per una statua equestre in piazza Martiri con l’effige del giovane George Alexandru, ma un pizzico di incoscienza uno che sulla maglia porta scritto Puscas, anche se con la c invece della k, gli va riconosciuta.
Il rumeno interista di Transilvania, prima di Cittadella, aveva segnato la sua ultima tripletta ai cugini del Milan in occasione di un derby Primavera e per non perdere l’abitudine, ha graffiato i rossoneri il 4 dicembre scorso con la maglia del Benevento, nel giorno che verrà ricordato per la rete del 2-2 allo scadere del portiere campano Brignoli.
Incoscienza di sicuro, per un classe 1996 che arriva al Novara calcio nel periodo più negativo della stagione azzurra, entra nel magazzino di vettovagliamento a Novarello e se ne esce con la maglia numero 19. Si può dire che non fosse completamente consapevole della pesantezza di quell’indumento, ma c’era pure lui in campo, nella semifinale play-off persa dal suo Bari per 3-4, quando un tanghero argentino azzurro, ha spazzato via i galletti con tre rasoiate mancine, prima dell’apoteosi finale firmata Galagoal.
Puscas come Gonzalez? Andiamo cauti, il paragone con il “Cartero” e le sue 206 presenze condite da 65 perle in azzurro, è ancora improponibile, ma se il buongiorno si vede dal mattino, il riferimento a Seferovic ad esempio, pare decisamente meno blasfemo, soprattutto se il ragionamento verte sulla possibile capacità di incidere Vs la negatività che stava avvolgendo la stagione azzurra, proprio quando ambiente, società e squadra, avevano più bisogno di ritrovare fiducia e nuove certezze.
ADESSO SI CHE SI ATTACCA
L’inedita coppia Sansone-Puscas, ha funzionato molto bene, ed anche se Maniero risulta un assente non esageratamente rimpianto, ad un’analisi più attenta, la prestazione del rumeno dovrebbe spazzare via ogni ulteriore dubbio sulla possibile coesistenza della coppia “pesante”. Curioso che proprio al Bari i tre insieme si siano visti con il contagocce, ma una cosa è un possibile tridente, tutt’altra cosa una coppia, con Puscas ora ufficialmente candidato al posto fisso) che lascerà a Mimmo Di Carlo il solo compito di scegliere la spalla più adatta al momento ed all’avversario.
George Alexandru Puscas è un attaccante moderno, che può certamente fare anche la punta centrale (vista la prestanza), ma proprio con un altro punto di riferimento al suo fianco, sa svariare e proporsi su tutto il fronte d’attacco, regalando una costante variabilità alle soluzione offensive. Forza fisica unita a buona tecnica e pure notevole slancio atletico, che gli consentono di attaccare bene lo spazio, vincere spesso i duelli aerei (dall’alto dei suoi 188 cm) ed anche nel breve, chiudere l’azione come un vero rapace dell’area piccola. Viene anche incontro ai compagni, per cercare e trovare uno-due con chi si inserisce da dietro, ma se trova campo, possiede un allungo sufficiente per sfruttare anche eventuali spazi nelle ripartenze. Insomma in una parola: attaccante completo e già prolifico, in due sole partite è già divenuto il vice bomber di stagione, secondo insieme a Moscati solo all’oramai ex Da Cruz.
DI CARLO MUOVE A TREQUARTI E… SCACCO MATTO IN DUE MOSSE
Per vincere a Cittadella ci voleva una svolta mentale, un approccio coraggioso, una prova orgogliosa ma razionale, condita anche da un po’ di cinismo e fortuna. Si pensi ad esempio alla trattenuta in area di Chiosa su Kouame,o ad un paio di svarioni difensivi che non hanno prodotto danni, in altri tempi forse avremmo pagato dazio. Il Novara visto al Tombolato è la rappresentazione di questo canovaccio, e pure se in una sola settimana di lavoro, è logico non esagerare sui meriti di Domenico Di Carlo, risulta evidente come il tecnico laziale, abbia saputo intervenire quel tanto che fosse sufficiente a non gettare via il bambino con l’acqua sporca, vanificando pure quel buono che comunque esisteva. Perchè sia chiaro a tutti che pur avendo dei limiti evidenti, questa rosa ha dei valori importanti che sino ad ora non sono stati sfruttati pienamente. Domenico Di Carlo è innanzitutto intervenuto sulla testa dei singoli ma anche nella mentalità collettiva, e con pochi ma efficacissimi correttivi tecnico-tattici risultati determinanti. La posizione di Marco Moscati ad esempio (il migliore insieme a Puscas) spostato da esterno a vertice alto del centrocampo, ha consentito agli azzurri, da una parte di limitare il principale facitore di gioco veneto (Iori) e dall’altra di verticalizzare immediatamente la manovra. Il Novara lento e prevedibile che sviluppava solo scolatici passaggi in orizzontale, per fortuna sembra tramontare ed a beneficarne è stato anche Ronaldo, fino ad ora quasi oggetto misterioso del centrocampo azzurro e che dire dell’improvvisa riapparizione di Federico Casarini? Tornato capitano coraggioso, e leader presente e trascinante. Ma attenzione, qualche bel Novara da trasferta, lo avevamo intravisto anche nella gestione Corini, la partita di sabato contro uno Spezia rinforzato dal mercato, ci darà una indicazione più chiara di quale possa essere davvero l’evoluzione del progetto tecnico-tattico su cui sta lavorando Di Carlo. L’impressione è che almeno le idee siano chiare, il campo dirà quanto il mister sarà bravo a realizzarle, se poi l’ex tecnico degli aquilotti conferma di avere anche un po’ di buona sorte, avremmo la certezza che il Novara ha svoltato davvero, perchè la fortuna non si compra e non si vende, ed un allenatore che ha dalla sua anche il fato, può più facilmente andare lontano e portarsi con sé squadra ed ambiente.
ONORATELA E TOGLIETELA SOLO PER GIOIRE
Una vittoria così, con un nuovo eroe (Puscas) che fa sognare, ha momentaneamente diradato l’ammorbante nube del pessimismo che aleggiava intorno alla squadra ed alla società. Mimmo Di Carlo sa bene che il credito lo si guadagna solo tramite i risultati e che i tifosi azzurri, straordinariamente partecipativi e persino entusiasti al Tombolato, non hanno dimenticato le più recenti delusioni, ma almeno lui non ha conti in sospeso, e la sua serenità potrebbe ogni giorno di più diventare contagiosa. In realtà è solo un buon inizio, per cui la strada è ancora lunga ed alcuni giocatori che in parte al Tombolato hanno dato segni di riscatto, dovranno confermare nel tempo le buone impressioni a suon di prestazioni costanti. Lo stesso dicasi per chi in società ha commesso quegli errori che hanno portato alle condizioni del cambio tecnico, col senno di poi certificando la scelta erronea fatta in luglio. Le condizioni per una tregua ci sono tutte, ed a gettare le basi ci hanno pensato proprio i ragazzi della curva, che sabato sono andati a “sollecitare” l’ambiente, richiamando tutti alle proprie responsabilità, senza violenze o forzature, lanciando un mantra azzurro a quanto pare ben recepito: “Onoratela o toglietela” l’eccezione se l’è presa proprio Puscas, che prima la onorata e poi si è tolto la maglia andando sotto la curva dei Nuares per gioire con loro dopo la terza rete della sicurezza: che il 19 sia tornato veramente?
Una seconda occasione non si nega nessuno e chi la saprà cogliere (il Casarini visto a Cittadella ne è un esempio) non potrà che portare giovamento a sé stesso ed a tutto il gruppo. Un ragionamento che vale anche per i dirigenti e la proprietà, che proprio nel cambio, ma soprattutto nella scelta di Mimmo Di Carlo, ha da una parte ammesso implicitamente i propri errori, ma pure voluto rimediare puntando su cavallo di razza, attraverso una proposta di contratto che desse al tecnico laziale, quelle condizioni fiduciarie utili a costruire un Novara che possa dargli un orizzonte temporale di lavoro, che andasse oltre giungo, quindi al di la del presente emergenziale. Un’apertura di credito che merita anche e soprattutto Domenico Teti, che al Novara ha portato risorse per 7 milioni di euro, mica noccioline e che in cambio per fare mercato, ha ricevuto ben poco in cambio. La linea della società oramai è chiara: prima i conti in ordine e nessun sforamento del budget, e il ds azzurro l’ha quanto meno accettata, sapendo di dover sempre fare di necessità virtù, accettando come è giusto, oneri ed onori. In quest’ottica chi ha gioito ieri sera per la tripletta di Puscas, sappia che Domenico Teti ha fatto i suoi errori, ma il nuovo bomber rumeno lo ha strappato alla concorrenza di molte squadre importanti che lo avrebbero accolto a braccia aperte, ottenendolo dall’Inter con un prestito che non costerà nulla alle casse azzurre.