Il grave episodio di inquinamento con residui di lavorazione di cromatura e soda caustica nel Lago d’Orta, nella frazione Pascolo a San Maurizio d’Opaglio, ha destato la sdegnata reazione dell’opinione pubblica. Sulla questione interviene anche Legambiente chiedendo pene esemplari.
Sversamenti nel lago d’orta: “Un delitto contro l’ambiente, si applichi la legge sugli ecoreati”
“Auspichiamo si faccia piena luce sullo sversamento di inquinanti nel Lago d’Orta e confidiamo che chi ha commesso questo delitto contro l’ambiente paghi in modo esemplare”. Non poteva mancare la ferma presa di posizione di Legambiente a una settimana dall’ennesimo grave sversamento di residui di lavorazione di cromatura e soda caustica nel Lago d’Orta, nella frazione Pascolo, a San Maurizio d’Opaglio (NO). Una voce autorevole che si aggiunge a quella di un’opinione pubblica sdegnata e preoccupata, per un episodio che secondo Legambiente “rischia di compromettere parte del liming, il grande e innovativo progetto di bonifica svolto con successo sul lago sotto il coordinamento e la guida scientifica del CNR-ISE a partire dal 1989”.
Parliamo di un specchio d’acqua che proprio grazie a quel grande intervento di recupero (Liming) è passato dall’essere fra i più inquinati d’Europa ad ecosistema di particolare pregio naturalistico. Una peculiarità ambientalista che ha fatto guadagnare al lago d’Orta una differenziazione anche nell’offerta turistica, rivolta ad un’utenza che scientemente rifugge lo sfruttamento prettamente “industriale” della ricettività, preferendo passeggiate, cicloturismo immersi in una natura che deve essere il più possibile incontaminata. “E’ una perla dal punto di vista ambientale e paesaggistico ed è la prova di come l’impegno congiunto di diversi enti negli anni abbia portato al miglioramento dell’ecosistema lacustre –sottolinea Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – oggi però il fragile ecosistema lacustre viene messo di nuovo in pericolo da imprenditori senza scrupoli. Per questo facciamo appello alle autorità competenti affinché si faccia tutto il possibile per assicurare alla giustizia i responsabili di questi sversamenti, applicando la nuova legge 68/2015 sugli ecoreati che ha introdotto cinque nuovi reati ambientali tra cui quello di disastro ambientale che prevede la reclusione da 5 a 15 anni”.
“Questo grave reato ambientale –aggiunge Massimiliano Caligara, presidente del circolo di Legambiente Gli Amici del Lago– ci riporta drammaticamente negli anni 60/70, prima dell’introduzione della legge Merli del 1976 per la protezione delle acque dall’inquinamento. Periodi bui per l’ambiente, quando le industrie elettrogalvaniche e chimiche del territorio scaricavano liberamente le loro acque inquinate contenenti rame, cromo, nichel e zinco, riducendo il lago a uno specchio d’acqua privo di vita. Ora, tutto ciò è inaccettabile, i liquami derivanti dalle fasi di sgrassaggio delle cromature, contenenti soda caustica in alte concentrazioni, tensioattivi, agenti complessanti ed altre molecole dannose per l’ambiente, sversati, rischiano di vanificare i risultati e gli investimenti economici in uno dei più importanti progetti di bonifica a livello globale effettuati in un lago. Auspichiamo che i responsabili vengano presto identificati e chiamati a rispondere di questo deterioramento significativo dello stato delle acque e dei danni causati all’ecosistema lacustre”.