Tangenti nelle discariche siciliane, 4 anni a imprenditore novarese. Era amministratore di una società finita nell’inchiesta su soldi e regali pagati a un funzionario regionale per avere agevolazioni
Quattro anni di reclusione. E’ la pena inflitta dal tribunale di Palermo, qualche giorno fa, a un imprenditore novarese di 56 anni, residente ad Armeno, condannato in Sicilia per corruzione nell’ambito del processo «Terra mia». Era il processo nato dall’operazione sulle mazzette nel settore dello smaltimento rifiuti, che vedeva coinvolto un funzionario regionale che riceveva soldi e regali (anche escort o soggiorni in lussuosi hotel) in cambio di interessamenti e agevolazioni nelle autorizzazioni.
L’imprenditore novarese, all’epoca, era stato anche arrestato. Ed era finito nell’inchiesta in quanto amministratore della società che gestiva la discarica di Mazzarà Sant’Andrea (Messina). Gli veniva contestato solo un episodio accaduto il 29 febbraio 2012: era in auto con il funzionario regionale, e intercettati, avevano parlato di soldi. Per gli investigatori si sarebbe sentito il fruscio di banconote, ritenuto il pagamento di una «mazzetta». L’imprenditore ha sempre respinto le accuse e in particolare quella di aver pagato il funzionario infedele, reo confesso, per «sistemare» pratiche e certificazioni.