Annunciata prima dell’estate e presentata in modo ufficiale il 30 gennaio, «Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari» è un progetto promosso e sostenuto dall’assessorato alla Cultura e Turismo della regione Piemonte, con il sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt, Partner Intesa Sanpaolo, insieme al comune e pinacoteca di Varallo e ai comuni di Novara e Vercelli. sarà visitabile nellesue diverse sedi (Varallo Sesia, Pinacoteca e Sacro Monte;Vercelli L’Arca; Novara Broletto) dal 23 marzo al 1º luglio.
A essere sontuosamente illustrati al Broletto di Novara, dunque, gli anni estremi di Gaudenzio Ferrari, quelli in cui il maestro è soprattutto attivo sulla scena milanese, a confrontarsi da par suo tra la marea montante del Manierismo.
Per questa sezione della grande mostra che, com’è noto, si dipana oltre che a Novara, a Vercelli e Varallo, sono state riunite, secondo un rigoroso criterio scientifico, opere importanti dal territorio grazie alla disponibilità della diocesi di Novara ma anche capolavori in prestito dalla National Gallery di Londra, dalla Galleria Sabauda di Torino e dallo Stadel Museum di Francoforte. Se la mostra in Broletto sarà l’imperdibile fulcro dell’appuntamento novarese, non di minore interesse paiono essere le sue due «appendici» cittadine, nella basilica di San Gaudenzio, monumento di grande interesse storico, architettonico e artistico, impreziosito da fondamentali testimonianze dell’arte di Gaudenzio. In San Gaudenzio, vero scrigno d’arte, sono numerose le opere e le testimonianze notevoli che si possono ammirare: nella Cappella della Natività campeggia il grande polittico a due piani che egli realizzò nel 1516. L’opera è strutturata in tre parti: in quella superiore sono raffigurati, da sinistra a destra, l’arcangelo Gabriele, la Natività e la Vergine Annunciata. In quella inferiore troviamo san Pietro e san Giovanni Battista, la Madonna con il Bambino tra i santi Ambrogio e Gaudenzio, san Paolo e sant’Eusebio o sant’Agabio. Nella predella, in dieci piccoli riquadri in marrone e biacca, il pittore ha raffigurato i quattro dottori della Chiesa sant’Ambrogio, san Gregorio Magno, san Gerolamo, sant’Agostino, alternati a episodi della vita di san Gaudenzio.
Gaudenzio è presente anche nel Duomo di Novara, dedicato a Santa Maria Assunta. L’edificio neoclassico, oggetto di un’opera di restauro durata 12 anni e terminata nel 2009, conserva uno dei capolavori del Maestro: lo Sposalizio Mistico di santa Caterina risalente al 1527 eccezionalmente concesso in prestito alla mostra per ricongiungersi alle tavolette della National Gallery di Londra. Da non perdere, nello stesso edificio, anche L’ultima Cena dipinta da Sperindio Cagnoli e tratta da un disegno di Gaudenzio.
L’esposizione è curata da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, con la supervisione di Gianni Romano, a lungo Soprintendente del Piemonte, professore emerito dell’Università di Torino e massimo specialista dell’artista.
L’organizzazione è affidata all’associazione Abbonamento Musei.it.