Lavorare, ma non per forza dall’ufficio. Verranno messi a disposizione 291 mila euro per il Bando regionale per introdurre o rafforzare il telelavoro nelle pubbliche amministrazioni piemontesi.
«La Regione Piemonte vuole sensibilizzare il territorio all’utilizzo di nuove formule organizzative di lavoro decentrato, strumenti utili alla condivisione dei tempi di vita e di lavoro» spiega Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte.
Il Bando rimarrà aperto fino al 18 ottobre 2016 alle ore 12.00.
Il telelavoro, previsto dall’art. 4 della legge 191 del 16 giugno 1998, prevede che le amministrazioni pubbliche possano avvalersi di forme di lavoro a distanza, allo scopo di razionalizzare l’organizzazione del lavoro e di realizzare economie di gestione attraverso l’impiego flessibile delle risorse umane.
«La Regione Piemonte gode di un’esperienza decennale in questo ambito e ha messo a disposizione degli altri enti regionali le proprie competenze fornendo un supporto operativo gratuito per il trasferimento della buona pratica e la contestualizzazione del modello organizzativo del telelavoro nell’ente ricevente», ha dichiarato Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte.
«Il telelavoro risponde alle esigenze di quelle categorie di lavoratrici e lavoratori in situazione di disagio a causa di disabilità psicofisica o con minori e/o familiari bisognosi di assistenza o per l’eccessiva lontananza della propria abitazione dal luogo di lavoro; è utile per razionalizzare e adeguare l’organizzazione del lavoro a seguito dell’introduzione delle nuove tecnologie e reti di comunicazione pubblica, realizzando economie di gestione; serve per assicurare alle lavoratrici e ai lavoratori la scelta di una diversa modalità di prestazione del lavoro; promuove una mobilità sostenibile tramite la riduzione degli spostamenti casa-lavoro-casa, nell’ottica di una politica ambientale sensibile alla diminuzione del traffico in termini di volumi e percorrenze» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte.
La Regione Piemonte ha anche promosso una mappatura dell’applicazione delle forme di lavoro a distanza tra gli enti pubblici piemontesi. Circa trecento enti tra Comuni, unioni montane, Asl, scuole, agenzie, enti gestori delle funzioni socio-assistenziali, province, Città Metropolitana e enti vari hanno risposto al questionario messo a disposizione. La situazione non è positiva: il numero delle pubbliche amministrazioni che hanno dato attuazione al contesto normativo è ancora basso.
Dei circa 200 comuni che hanno risposto al questionario solo 11 dichiarano di essersi già dotati del “Piano per l’utilizzo del telelavoro”, ma solo Torino e Novi Ligure hanno già dipendenti che usufruiscono della possibilità: i dipendenti comunali di Torino in telelavoro sono 44 e rappresentano lo 0,5% del totale; a Novi Ligure i dipendenti comunali in telelavoro sono 3 e rappresentano 1,5% del totale.
Le Province che si sono dotate del Piano per l’utilizzo del telelavoro sono quelle di Biella, Cuneo e la Città Metropolitana. I dipendenti in telelavoro a Biella sono 2 e rappresentano 1,82% del totale; a Cuneo nonostante la possibilità non ci sono dipendenti in telelavoro; Città Metropolitana ha 18 lavoratori in telelavoro, ovvero 1.5% sul totale dei dipendenti.