Ricordate il vecchio progetto del Teleriscaldamento, che avrebbe dovuto essere realizzato a Novara in fondo a via Generali? Ebbene cosa ne è rimasto? Un tubo! No, no, no… Nessuno scherzo!
Ad oggi quell’iniziativa è abortita – e questo già lo si sapeva – ed il Comune ci ha appunto guadagnato “il tubo”, ovvero la rete sotterranea che era stata realizzata anni fa dai privati proponenti (Pessina Costruzioni e Asm di Brescia) e che avrebbe dovuto collegare la centrale agli utenti finali.
La novità di oggi è nel valore che viene attribuito al “tubo”, ovvero un milione e mezzo di euro (secondo quanto scritto nei documenti del bilancio del Comune di Novara che andrà in votazione lunedì) e nel fatto che l’amministrazione Ballarè abbia rinunciato a qualsiasi contenzioso con i privati.
Il che già di per sé rappresenta una novità visto l’alto tasso di conflittualità cui ci ha abituati questa giunta (a partire dallo Sporting per finire con il dipendente “fannullone” licenziato e reintegrato – queste ultime due vertenze finite con una sonora batosta per i conti pubblici, leggi i novaresi).
Ma anche qui la questione è complessa tanto è vero che nel corso dell’ultima commissione consiliare impegnata ad esaminare i conti municipali ad insorgere è stata soprattutto la maggioranza Pd che sostiene la giunta: “Questa pratica va rivista, la Corte dei Conti deve verificare. Chi ci assicura che non vi sia la possibilità di un danno erariale? E poi questi tubi sono ancora utilizzabili e chi mai potrebbe farlo?” E’ stato il commento a sorpresa del consigliere Pd Biagio Diana, seguito a ruota dal collega Roberto D’Intino che ha sottolineato come “In altre occasioni la giunta si è dimostrata propensa ad aprire un contenzioso. Qui no, nonostante sia stato stipulato un contratto che prevede penali in caso di inadempimento”.
A dare fuoco alle polveri l’intervento del consigliere Pdl Daniele Andretta che aveva chiesto come mai comparisse il milione e mezzo nelle pieghe del bilancio “Una voce di questa corposità da dove salta fuori? Si tratta dell’effettivo valore dell’opera? Esiste una perizia che lo confermi? A me non risulta. Dunque perché inserirla così? E come mai in questo caso, a differenza di altri, il Comune decide di chiedere la partita pari e patta, senza alcuna richiesta di risarcimento? A parte la mancata realizzazione dell’intervento, i disagi per i lavori eseguiti che sono durati mesi, il Municipio da questa vicenda ha anche subito un danno d’immagine… “.
Per capire bene la questione occorre fare un po’ di storia: nel 2006 l’allora amministrazione affidò la realizzazione e gestione della rete di teleriscaldamento, appunto, alla Pessina ed ad Asm. I proponenti avrebbero dovuto costruire a proprie spese le opere, fare gli allacciamenti ed occuparsi dell’erogazione della fornitura.
Secondo le condizioni di allora gli utenti finali avrebbero potuto godere di risparmi in bolletta, senza dimenticare gli indubbi vantaggi legati all?abolizione delle caldaiette private… Insomma all’epoca la questione teleriscadalmento era considerata vantaggiosa e gli incentivi governativi per la realizzazione di questi impianti erano di favore. Il valore dei lavori era imponente: 41 milioni di euro. In cambio il Comune avrebbe dovuto cedere il diritto di superficie, laddove venivano realizzate le infrastrutture nel sottosuolo, ottenere gli allacciamenti gratuiti per le sedi comunali raggiungibili e, successivamente, facilitazioni per allacciare il patrimonio in capo all’Atc, dunque le case popolari. I privati stipularono, a garanzia, una polizza fidejussoria di 2 milioni e 261 mila euro ed i lavori dunque partirono (avrebbero dovuto terminare nel 2009…
Senonchè in questa vicenda il diavolo ci ha messo le pentole ed i coperchi annessi. Nel 2009 i privati presentarono nuovi conti al Comune: le condizioni di mercato sono profondamente cambiate ed anche gli incentivi sull’energia. I costi lievitarono dai previsti 41 milioni a quasi 63 e fra i due soggetti proponenti cominciarono i contrasti che diventarono ben presto insanabili. I privati dunque si ritirarono e del teleriscaldamento non si parlò più…
Ora restava il nodo della proprietà tubi, del diritto di superficie ceduto (questo però tornato al Comune) e della fidejussione. Normalmente quest’ultima garantisce la realizzazione di un’opera e serve proprio a titolo di risacimento qualora, per gravi inadempienze non se ne faccia nulla.
In questo caso no: una pacca sulle spalle e via. A mettere ancora un po’ sale sulla ferita aperta la “notizia” di una perizia in corso sui “tubi” che ne quantificherebbe il valore in circa 300 mila euro, che rispetto al milione e mezzo di partenza fanno una bella differenza…
“Noi sta roba non la votiamo!” sono insorti i consiglieri comunali, diversi dei quali… appunto di maggioranza.
“Qui non c’è stata nemmeno una commissione, nemmeno uno straccio di informazione…”: hanno replicato ii commissari n coro all’assessore all’ambiente Giulio Rigotti, giunto alla riunione trafelato per cercare di sedare gli animi (silente ed assente l’assessore ai lavori pubblici, Nicola Fonzo che fonti a lui vicine dicono essere piuttosto critico sulla vicenda).
“Non è che a noi con contenziosi ci è andata molto bene fino ad ora!” ha ammesso candidamente l’Assessore al Bilancio Giorgio Dulio… E fin qui come dargli torto? Ma è motivo sufficiente per rinunciare?
Certo è che la questione non sembra chiudersi qui e lunedì il prossimo consiglio si preannuncia al calor bianco!