Tempi duri per la giunta regionale che nell’ultima seduta ha approvato una manovra imponente che, nel giro di tre anni, farà risparmiare 100 milioni alle casse di un Piemonte messo maluccio, sotto il profilo finanziario.
Un percorso difficile che richiederà sacrifici da parte dei Piemontesi: e come al solito saranno le famiglie “medie” a risentire maggiormente degli effetti delle scelte odierne. I provvedimenti devono ancora passare in Consiglio regionale: e ci si aspetta una dura battaglia che non si risolverà certo in breve tempo. Ma la manovra, spiega il Presidente, “è una scelta obligata per adempiere alle richieste del Governo”.

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Ecco i provvedimenti rivolti al contenimento della spesa che interesseranno i piemontesi:
– entro il 2015 la gestione della cassa delle aziende sanitarie piemontesi, tranne gli stipendi del personale, sarà affidata a Finpiemonte, in modo da avere un costante ed aggiornato monitoraggio dell’andamento della spesa;
– per gli anni 2015 e 2016 la Regione, le aziende sanitarie per quanto riguarda i ruoli amministrativi, le agenzie regionali, gli enti strumentali ed ausiliari possono dichiarare eccedenze di personale da collocare a riposo secondo le normative cosiddette “pre riforma Fornero”;
– entro il 2015 si provvederà all’integrazione di Finpiemonte e Finpiemonte Partecipazioni, con l’obiettivo di razionalizzare le società partecipate, che in alcuni casi saranno accorpate, in altri collocate sul mercato, in altri ancora chiuse;
– l’Agenzia per mobilità metropolitana diventerà Agenzia della mobilità piemontese e sarà il soggetto che si occuperà dell’espletamento delle gare per il trasporto ferroviario e, d’intesa con le Province, delle gare per il trasporto a mezzo autobus secondo una suddivisione in tre aree del territorio;
– le strutture dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale saranno riorganizzate su un un numero massimo di quattro articolazioni territoriali e non più su base provinciale, perseguendo una riduzione della spesa che permetterà comunque all’ente di continuare a svolgere le attuali funzioni;
– abolizione dell’Agenzia per le adozioni internazionali, con passaggio delle sue funzioni direttamente alla Regione, e del Consorzio obbligatorio per lo smaltimento delle carcasse animali.
Accorpamento delle società partecipate, dunque, ma sono le disposizioni finanziarie ad illustrare concretamente il disegno di legge proposto dalla Giunta:
– variazione dell’addizionale regionale Irpef (resta dell’1,62% per i redditi fino a 15.000 euro, rimane del 2,13% per i redditi da 15.001 a 28.000 euro, passa dal 2,31% al 2,75% per i redditi da 28.001 a 55.000 euro, sale dal 2,32% al 3,32% per i redditi da 55.001 a 75.000 euro, aumenta dal 2,33% al 3,33% per i redditi oltre i 75.000 euro);
– aumento del 10% del bollo auto per chi possiede una vettura con oltre 100 kilowatt;
– aumento dei canoni idrici corrisposti dai grandi produttori di energia idroelettrica
– introduzione del “bollino blu” per gli impianti termici, come già deciso da tutte le altre Regioni italiane.

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“La rimodulazione dell’addizionale Irpef – spiega il Presidente Sergio Chiamparino – è stata fissata sulla base di una scelta politica di fondo: non toccare i primi due scaglioni e attenuare l’incremento sul terzo, in modo da non gravare troppo sul ceto medio. Previo accordo con l’Agenzia delle Entrate, vorremmo inserire delle detrazioni basate sul quoziente familiare. Se non si potrà, i circa 6 milioni previsti per questa azione serviranno per ridurre l’incidenza sul terzo scaglione”.
“E’ importante che i due provvedimenti vengano approvati entro la fine di quest’anno – ha aggiunto Chiamparino – poichè il disegno complessivo unisce la riqualificazione della fiscalità alla diminuzione strutturale delle spesa regionale ed alla riduzione dei costi delle politica“.
“Con questi provvedimenti – conclude il vicepresidente Aldo Reschigna – e con la richiesta al Governo di ottenere per il 2015 e il 2016 il pagamento dei soli interessi sui mutui, con il posticipo delle quote di capitale, potremo avere le risorse per finanziare le politiche sociali, il diritto allo studio e lo sviluppo economico”.